lunedì 26 ottobre 2020

G1 Marvel US nn. 1-12 - I Transformer arrivano sulla Terra ed è subito guerra di potere!

Nel 1984, con una miniserie bimestrale in quattro numeri, la casa editrice Marvel Comics mette su carta i concetti narrativi di The Transformers, sviluppati per conto della Hasbro e poi rielaborati e semplificati dalla Sunbow per l'omonima serie animata.

La trama è inizialmente affidata a Bill Mantlo (famigerato per il suo noioso e interminabile ciclo su The Incredible Hulk) con sceneggiatura di Ralph Macchio (che tornerà in seguito ad adattare Transformers: The Movie e un episodio della terza stagione animata G1), per poi vedere subentrale Jim Salicrup come scrittore completo. Il vero burattinaio è però il supervisore Bob Budiansky, che ha creato buona parte dei profili degli Autobot e dei Decepticon (scrivendone i testi sia per il fumetto e i cartoni, come per i giocattoli). E' proprio la vastità della schiera di personaggi cybertroniani a mettere a dura prova gli scrittori come gli artisti: il disegnatore veterano Frank Springer, con le chine di Kim DeMulder, fa i salti mortali per gestire la pletora di robot nelle sue mani, in vignette dove i dialoghi devono riuscire a caratterizzarli ed identificarli tutti in poco tempo; il colorista Nelson Yomtov (che resterà sulla serie fino alla fine) stenta a stare dietro a quelle forme robotiche, e gli scappano non pochi svarioni. Paradossalmente, il risultato è efficace e incisivo, assai diverso da ciò che accade alla miniserie Starriors (incentrata sui giocattoli della Tomy), affidata a un'infelice scrittrice come Louise Simonson.

E infatti The Transformers si fa notare e apprezzare, col il suo approccio abbastanza ragionato e realistico: alle azioni dei Decepticon viene data una motivazione sociologica (mentre nella serie animata sono cattivi e basta), e Megatron ha piani spaventosi per Cybertron e per la galassia; gli Autobot non sono semplicemente nobili, ma anche eticamente responsabili del fatto di aver portato la loro guerra sulla Terra e tra i suoi abitanti organici; gli esseri umani faticano a distinguere le due fazioni di questi meccanoidi alieni, e provano terrore in loro presenza; la famiglia Witwicky (il padre Sparkplug e il figlio Buster) viene coinvolta volente o nolente nel conflitto ed esperisce anch'essa, come gli Autobot, le reali e dolorose conseguenze di un combattimento (ci sono robot feriti e "morti", e Sparkplug ha un infarto che lo spedisce in ospedale); la corsa al carburante per la sopravvivenza non è solo una questione egoistica dei Decepticon, ma colpisce anche gli Autobot. Nonostante sia destinata ufficialmente a un pubblico di bambini, la miniserie è concepita e sceneggiata con un'ottica cupa, adulta e poco consolatoria.

G1 Marvel Uk n. 1
Nell'intreccio frenetico della miniserie, con vari colpi di scena e ribaltamenti di situazione, entrano anche l'universo Marvel (l'Uomo Ragno che combatte al fianco di Gears, Nick Fury e Robbie Robertson che fanno una breve apparizione) e la sua geografia impossibile, tanto che la Terra Selvaggia diviene causa della nascita dei Dinobot e teatro della sconfitta di Shockwave (avvenuta però milioni di anni prima). La battaglia conclusiva, che vede la sconfitta degli Autobot per mano del redivivo Shockwave,  viene realizzata con due varianti della tavola finale: nel caso, infatti, la Marvel avesse deciso di non dare seguito alla miniserie, l'albo n.4 si sarebbe concluso con una netta vittoria degli Autobot (lasciando cadere nel limbo la sottotrama della resurrezione di Shockwave).  

In questi quattro PDF, scaricabili gratuitamente, vi riproponiamo la miniserie in questione, così come fu presentata sulle Cronache di Vector Sigma, e cioè con una traduzione più accurata di quella pubblicata dalla nostrana casa editrice Play Press, nonchè una grafica dei titoli aderente quanto possibile all'originale. Prossimamente, provvederemo a risolvere il problema della diversa risoluzione di certe pagine del n. 1. Segnalateci eventuali errori di pagine mancanti od ordine errato!

Finale alternativo

 

Come bonus, presentiamo anche la copertina dell'albo G1 Marvel UK n. 1, che nel Regno Unito ristampò proprio la prima parte di G1 Marvel US n.1,  nonchè la pagina finale alternativa di G1 Marvel US  n. 4.
 
 
Con il n.5 della serie, Bob Budiansky passa da supervisore a sceneggiatore, e ordisce un epico arazzo narrativo in 8 albi nei quali sconvolge lo status quo degli Autobot e dei Decepticon, sbizzarrendosi in un intreccio articolato, complesso e fluido, dove imperano i colpi di scena (gli Autobot appesi come quarti di manzo; Optimus Prime decapitato), le spettacolari battaglie con stravolgimenti delle situazioni canoniche della serie animara (Shockwave sconfigge e umilia Megatron, divenendo nuovo capo dei Decepticon; Ratchet dà inizio a una faida con Megatron, destinata a durare anni), le rivelazioni e le innovazioni (la Matrice della Creazione di Optimus Prime, che viene trasferita nella mente di Buster witwicky), i nuovi arrivi (i Constructicon, Jetfire) e un sorprendente cast di esseri umani che integra memorabilmente la saga (G.B. Blackrock, una specie di Tony Stark dell'industria petrolifera e aerospaziale che da nemico passa ad alleato degli Autobot; la sensuale e folle Circuit Breaker). 

 
L'apporto artistico è variegato e interessante: si va dagli onesti artigiani Alan Kupperberg (che si inchiostra da solo e ne trae un notevole vantaggio) ed Herb Trimpe (da sempre vituperato per i suoi brutti esseri umani, ma a suo agio coi robot e i mostri, e per di più qui inchiostrato da abili artisti quali l'eccellente Tom Palmer) fino ai sublimi William Johnson e Kyle Baker; Riccardo Villamonte è una meteora artistica, mentre Mark Texeira si è poi fatto notare su serie più adulte della Marvel, divenendo autore di qualità. La direzione di Budiansky (che è anche un disegnatore) riesce comunque a uniformare questa molteplicità di talenti: non ce n'è uno solo di loro che non contribuisca con visioni suggestive e grandiose di qualche aspetto della saga, dagli interni dell'Arca agli ologrammi di Cybertron, passando per Devastator, Circuit Breaker, i Dinobot sulla neve, la Terra Selvaggia, Ratchet e la sua OMAR, gli Autobot redivivi, Frenzy che suda olio e molte altre perle. Le battaglie e la memorabile ascesa di Shockwave causano anche una riduzione del gruppo di comprimari (specialmente degli Autobot), il che consente al colorista Nel Yomtov di prestare più attenzione alla colorazione dei protagonisti, migliorando ulteriormente la fruibilità visiva della saga.
 
Come bonus, presentiamo la copertina dell'albo G1 Marvel UK n. 33, che introduceva la ristampa della prima parte di G1 Marvel US n .9, storia d'esordio di Josie Beller come Circuit Breaker.

Tra le molte curiosità che si inanellano in questa 170 pagine, segnaliamo solo che nell'impianto aerospaziale Blackrock, Shockwave sta facendo fabbricare alcuni jet in cui si riconosce la modalità alternativa di Dirge, Ramjejt e Thrust, anche se in seguito i Conehead entreranno in scena per vie diverse (e cioè non saranno creati sulla Terra).
Quesito finale: dove sono i Dinobot, dopo la battaglia con Megatron? Bob Budiansky non dedica loro altro spazio, almeno per il momento, creando così l'occasione per la Marvel UK di dare vita a un'articolata e intrigante saga incentrata proprio su Grimlock e i suoi quattro colleghi primitivi, di cui ci occuperemo a breve.
 
 

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