lunedì 30 novembre 2020

Transformers '84 - Segreti & Bugie n. 2

Il blog delle Cronache di Vector Sigma presenta, italiano e in formato PDF scaricabile:
 
 
Dopo gli episodi n. 0 e 1, ecco finalmente arrivare il momento che tutti aspettavano. L'Arca degli Autobot è precipitata sulla Terra: come reagiranno Shockwave sulla Nemesi e i Decepticon su Cybertron? Come reagirà Straxus all'offerta di Counterpunch?
E quali verità devono essere svelate sulla battaglia tra Shockwave e i Dinobot, nelle giungle della Terra primitiva?
 
Da Ritorno a Cybertron a La scuola del guerriero, le basi della mitologia dei Transformer sono esplorate e scosse da questo racconto di fiammeggianti battaglie e ambiziosi complotti che si dispiega su due pianeti in contemporanea, stabilendone la storia futura per sempre.

Vi lasciamo al tripudio senza fine di citazioni, rimandi e connessioni che coinvolge persino i Wrecker del 1986, il Galvatron del 2006 e i Pretender Monster. E vi sfidiamo a trovare le connessioni che Furman non ha riportato nelle note: fateci sapere nei commenti chi e cosa avete individuato voi!
 
Note
 
Simon Furman non lo ha scritto nelle note, ma noi sappiamo che c'è un precedente in cui la Nemesi giunse sulla Terra con a bordo i Conhead: si tratta della sceneggiatura originale dell'episodio conclusivo di Beast Wars, in cui era previsto non solo che i Predacon riattivassero la Nemesi, ma anche che rimettessero in funzione uno dei Conehead rimasti a bordo. Lo sceneggiatore di questo episodio era proprio Simon Furman.

sabato 28 novembre 2020

G1 UK nn. 74-77: Nell'interesse della nazione

G1 UK n. 74
Dopo aver mandato al diavolo Optimus Prime e le sue scelte tattiche poco aggressive in "Atti di comando!", Grimlock e i suoi Dinobot si ritirano tranquillamente nell'Arca, ma il destino ricompare nella forma della giornalista Joy Meadows di "Caccia ai Dinobot", risucchiandoli in un intrigo politico senza precedenti.
 
Inizialmente gestito dai soli umani dell'agenzia governativa Tripla I (Walter Barnett; Forrest Forsythe), è un complotto che ripesca il professor Anthony Morris de La teoria di Icaro!, mette in fuga Joy Meadows (che i Decepticon considerano ora pericolosa alla stregua di Donny Finkleberg), presenta il nuovissimo personaggio di Centurion e conduce infine a uno scontro tra i Dinobot e i Constructicon capeggiati da Megatron.
 
"Nell'interesse della nazione" nn. 74  - 75  -  76  - 77
 
Sempre più audace, lo sceneggiatore Simon Furman lavora continuamente per emancipare la saga G1 UK dalla testata madre statunitense, con un primo tentativo di creazione di un gruppo di comprimari originali che vada oltre i semplici umani: il risultato è una pregevole vicenda politica e avventurosa, dalla sceneggiatura che fila come un treno, costruita in un crescendo che rilancia continuamente la posta, ed è costellata di gustosi momenti e argute annotazioni sul mondo dei Transformer a fumetti.
 
G1 UK n. 75
Da notare, in particolare, l'eccellente narrazione in prima persona di Swoop nell'apertura del n.75: non è difficile scorgere qui il germe dell'idea alla base della saga Maximum Dinobots ("I Dinobot: Trionfo e tragedia") che lo stesso Furman realizza molti anni dopo per la casa editrice IDW.
Da sempre un colto cinefilo, Furman si ispira proprio a due film politici per questa vicenda: si tratta di Perchè un assassino (1974) e di I tre giorni del condor (1975). A posteriori, è sorprendente la naturalezza con cui i personaggi umani e le situazioni narrative creati da Budiansky e da Furman si innestano sull'impianto di una cospirazione governativa per far tacere i cittadini che "sanno troppo" (la stessa Tripla I  è entrata in scena in G1 US n. 14 creando il terrorista "Robot-Master" per controllare l'opinione pubblica). 
 
G1 UK n. 76
Nell'ambito della continuità tra le due versioni della saga va segnalato che i Dinobot si "dimenticano" della correzione dei dialoghi di Grimlock apportata nella ristampa UK di G1 US n.19, e ora parlano apertamente del fatto che Optimus Prime non li vuole in circolazione perchè le loro modalità di dinosauro non sono un camuffamento adeguato!
La parlata di Grimlock, che in G1 US n.19 comincia a virare verso la versione "da cavernicolo" della serie animata G1, rimane invece impeccabilmente corretta nell'edizione UK, che nelle ristampe degli albi US provvede proprio a ripulire i suoi dialoghi.
 
G1 UK n. 77
Il personaggio statunitense del capo della Tripla I, Forrest Forsythe, è qui raffigurato come un vero malvagio, a differenza di come lo ha delineato il suo creatore Bob Budiansky; in generale, per via dell'ispirazione cinematografica, l'intera organizzazione governativa in questione è ora dipinta come un'ente apertamente immorale, capace di compiere qualunque genere di abuso sui cittadini, sempre ovviamente "nell'interesse della nazione".

Oltre ai quattro episodi raccolti in formato PDF, vi presentiamo anche una nuova versione delle copertine originali, che però non trovate nei PDF, bensì nelle quattro illustrazioni di questa entrata, da ingrandire (facendoci click sopra) e scaricare, per conservarle insieme ai PDF.
La citazione della copertina del n. 76  è un riferimento al motto di Superman: up, up... and away!

G1 US nn. 17-20: Ritorno a Cybertron

G1 Marvel UK n. 68 (v2)
All'inizio del 1986, lo sceneggiatore Bob Budiansky riporta nella saga Marvel USA dei Transformer le tematiche adulte alla base del concetto originale che la Marvel aveva elaborato per la Hasbro (e che la Sunbow aveva fortemente edulcorato per la serie animata), producendo una saga in due parti che diventa istantaneamente un classico e una pietra miliare dell'epopea pluridecennale dei Transformer.
 
L'obiettivo si sposta dalla Terra a Cybertron, pianeta di cui per la prima volta si apprende la situazione attuale: ben lungi dall'essere il mondo vuoto e spopolato della serie animata, il pianeta Cybertron della Marvel è un inferno dove torme di Neutrali e Autobot sono soggetti al brutale dominio di un tiranno sadico e spietato, che sta portando avanti da milioni di anni un progetto di genocidio, per non parlare dei suoi più recenti esperimenti con la scienza più avveniristica, effettuati su cavie cybertroniane vive e coscienti. Il parallelo che Budiansky traccia tra i Decepticon e il lato peggiore dell'umanità è fin troppo ovvio, e delinea con chiarezza ciò che i Decepticon sono davvero, mostrandone la violenza, il cinismo e la totale mancanza di etica, senza particolari filtri per il pubblico più giovane (purtroppo per noi, i commercianti della Hasbro e certi autori rampanti dei decenni successivi, incapaci di capire questa lezione, la ignoreranno per riempire le fila dei Decepticon di vittime incomprese, parodie strappalacrime involontarie e animi romantici e tormentati).
G1 Marvel UK n. 68
G1 Marvel UK n. 67
In questa doppia storia, nuovi capisaldi e idee destinate a perdurare si susseguono senza sosta.
Compare per la prima volta il concetto della Resistenza Autobot, e lo scienziato Perceptor viene presentato come un valido e competente capo, ma è il personaggio "alla Clint Eastwood" di Blaster che si fa notare più di tutti: un ribelle duro e puro, ancorato al poprio codice morale prima ancora che a quello Autobot; è abissale differenza rispetto alla sua scanzonata controparte animata.
La geografia di Cybertron si arricchisce della due Lune del pianeta, della regione di Polyhex, dominata dalla roccaforte di DarkMount, e oltre ai nutrito gruppo di nuovi modellini di entrambe le fazioni, entrano in scena personaggi originali come Straxus, Spanner e Scrounge, destinati a restare incisi nell'immaginario degli appassionati, tanto che Straxus riceverà anche un modellino ufficiale nel 2010 (col nome di DarkMount). Esordiscono infine le unità temporali cybertroniane: il breem e il vorn. (E c'è anche il Decepticon Ferak, destinato a ricomparire solo moltissimi anni dopo in un fumetto).

Lo stacco narrativo di questi due episodi rispetto alla saga portante che si svolge sulla Terra non è netto: non solo perchè il messaggio inviato da Soundwave raggiunge Cybertron proprio durante questa vicenda (e ne costituisce il motore narrativo), ma anche perchè Straxus risponde, causando analoghi mutamenti tra i Decepticon sulla Terra.

Budiansky prosegue quindi la narrazione con un episodio che fa il punto della situazione, ricostituendo la fazione unica dei Decepticon, riepilogando liberamente chi milita tra gli Autobot (al netto dei compagni attualmente in missione per ottenere il carburante da Blacrock), riprendendo le fila di tutti i cybertroniani che erano stati dimenticati (ma non dalla Marvel UK), come i Constructicon e i Dinobot. 

G1 Marvel UK n. 70

Con la creazione di Omega Supreme, Optimus Prime sembra smentire la decisione presa in "Crisi di comando", ma è anche vero che Omega Supreme è un difensore dell'Arca, e non uno strumento per muovere guerra attiva. Il vero problema per Optimus Prime è invece un altro, come dimostra la perdita in battaglia del pacifico Skids, uno dei guerrieri di recente attivazione: l'evento non è tragico come sembra, ma per Optimus è l'inizio di una crisi interiore che sarà ampiamente approfondita nelle avventure Marvel UK, e che porterà a un tragico (e famoso) esito negli albi US.
 
G1 Marvel UK n. 72
Ironicamente, però, Skids non è morto: lo attende invece una stupenda avventura intimista (e romantica, almeno agli occhi del lettore) con la grintosa e romantica umana di nome Charlene, rovinata dall'intrusione di Ravage (che dà la preannunciata svolta da film western alla vicenda).
 
 
Nonostante l'ampia sequenza di azione dell'albo, ciò che veramente resta impressa è la vicenda privata del pacifista Skids, impegnato a fare i conti con la guerra cybertroniana da cui tenta di fuggire, ma anche a scoprire le bellezze dell'Ovest degli Stati Uniti, e i piccoli piaceri della vita quotidiana dei civili. E' da notare l'accortezza con cui Budiansky sceneggia il protagonista: se per certi versi Charlene sembra innamorarsi di lui, Skids invece, in qualità di alieno robotico, non ricambia questo sentimento in termini umani, mantenendo la propria estraneità culturale e psicologica di essere che proviene da un'altra civiltà.

Al di là dell'Atlantico: Marvel UK

La ristampa degli albi Marvel US nel Regno Unito (di cui vi proponiamo qui le quattro copertine realizzate per l'edizione UK) subisce a volte qualche correzione per garantire la compatibilità narrativa tra la saga madre e le storie autoprodotte della Marvel UK.
Nel caso di "Atti di comando!", Grimlock non si lamenta più della mancanza di azione per i Dinobot, dato che negli episodi UK ne hanno avuta in abbondanza (anche se non certo col consenso di Optimus... tutt'altro), ma accusa Optimus Prime di essere un pessimo comandante. E invece di minacciare di andarsene, Grimlock se ne va a discutere coi suoi compagni dentro l'Arca: vediamo in G1 UK nn. 74-77 cosa ne deriva.
Nel caso de "La sfida!", la versione UK vede Skids dichiarare che dovrà curare le proprie ferite, prima di tornare all'Arca con Donny: questo perchè nella saga US, Skids rientra all'Arca nell'episodio successivo; nella saga UK, invece, si svolgono ben 15 episodi autoprodotti prima che G1 US n. 20 sia ristampato. Per la precisione, il già citato arco di G1 UK nn. 74-77  è dedicato ai Dinobot, mentre i successivi nn. 77-88 ospitano l'epocale pietra miliare intitolata "Obiettivo: 2006", l'epopea con cui la Marvel UK compì il più grande passo narrativo mai osato.
 
Segreti & Bugie
 
Anche questa volta, nelle le storie che vi presentiamo compaiono importanti elementi narrativi in seguito ripresi da Segreti & bugie n. 2, la miniserie di Transformes' 84 del 2020 che il blog sta presentando in queste settimane. Nel caso in questione, si tratta principalmente di Straxus e Darkmount, ma la cosa non si ferma qui.
Nella Stagione 2 della serie animata G1, un nutrito gruppo di nuovi Autobot e Decepticon entra in scena sulla Terra senza alcuna spiegazione; varie spiegazioni sono state escogitate dagli appassionati, a volte dimenticando che il doppio episodio "La diserzione dei Dinobot" implica obbligatoriamente che tutti i nuovi personaggi siano sulla Terra da parecchio tempo, anche se non li si è mai visti in circolazione.
Diverso è il discorso per i fumetti Marvel, dove i Conehead, gli Insecticon e il gruppo di Perceptor e Blaster giunge direttamente sulla Terra da Cybertron.
Ma, allora, come mai in Segreti & bugie vediamo i Conehead salire a bordo dell'ammiraglia Decepticon, la Nemesi?

venerdì 20 novembre 2020

G.I. Joe e Transformer n. 4

Il blog delle Cronache di Vector Sigma presenta la ritraduzione (in formato PDF scaricabile) del quarto e ultimo capitolo della saga Marvel US intitolato G.I. Joe e Transformer: 
 
 
Con i  precedenti capitoli presentati o ripresentati di recente, questa diventa la prima miniserie completa presentata da questa nuova incarnazione delle Cronache.

 Annotazioni post-lettura

Se sulla carta l'idea di presentare questa miniserie facendola svolgere in contemporanea alle due serie regolari di G.I. Joe e The Transformers era accattivante, il risultato purtroppo è dei peggiori, almeno sul versante dei Transformer, per via della sfilza di errori e di libere interpretazioni discutibili che costellano la storia.

Con la morte di Optimus Prime (G1 Marvel US n.24), a prendere il comando pro tempore sono Omega Supreme (costruito pochi mesi prima!) e Blaster (il "ribelle" della Resistenza Autobot su Cybertron): l'autore (e il supervisore assistente) non prendono anche solo lontanamente in considerazione Perceptor (comandante della Resistenza su Cybertron), Ratchet, Silverbolt e Hot Spot.

Pretestuosa fino all'ultimo è la scusa che lo sceneggiatore introduce per creare sfiducia tra gli Autobot e i G.I. Joe (in modo che a fine serie ognuno se ne vada di nuovo per i fatti suoi): Blaster teme che la Centrale Alpha sia diventata "intelligente" per opera dei Decepticon, e quindi non la vuole distruggere. Perchè finora i Decepticon non hanno mai adottato un simile trucco per impedere agli Autobot di attaccare le loro installazioni? E perchè nessuno compie il minimo sforzo per appurare se la Centrale Alpha sia intelligente o meno? E da quando gli Autobot si pongono simili problemi, se la Matrice della Creazione non è coinvolta?
E' impressionante la quantità di implicazioni e domande senza risposta che questa trovata estemporanea fa balzare alla mente e che lo sceneggiatore Higgins non ha minimamente considerato.

A corto di guerrieri, Shockwave mette in campo otto (8) jet Decepticon, tra i quali Starscream, Thundercracker e Skywarp, tutti sconfitti e catturati dagli Autobot in G1 Marvel US n.19.
Ravage, fuori gioco sin da G1 Marvel US n.20, continua a zampettare nella base Decepticon.

La Baronessa entra ed esce indisturbata dalla suddetta base Decepticon (complimenti per la sicurezza), e ha un'arma che con un colpo solo può stendere un Insecticon. E' Bombshell, che in questa miniserie sta raccattando una serie di figure di scoria sconcertanti, non ultimo il fatto che le sue cerebrocapsule possono essere usate per causargli l'epilessia: alla faccia del boomerang.

Inspiegabile il comportamento del dott. Mindbender, che si porta dietro Bombshell, ma poi lo abbandona come spazzatura, e riconosce istantaneamente l'oggetto microscopico su cui Mainframe sta lavorando, e per qualche motivo sa che quella cerebrocapsula può agire sui comandi della Centrale Alpha. 

Imbarazzante quanto un politico populista nostrano dell'opposizione incapace di ammettere i propri fallimenti, Shockwave trascorre questa miniserie negando la realtà della propria disfatta oggettiva, inanellando invece una narrativa di fantasia che si conclude sempre con elenchi di immaginarie vittorie su Cybertron (pianeta  già controllato dai Decepticon).

Non va meglio al resto degli umani. La madre di Anthony si rivela una perfetta cretina; l'ospedale ha dimesso Anthony dopo neanche 12 ore da un intervento chirurgico al cervello; la Baronessa ammazza la senatrice Barbara senza che nessuno la scopra, sparandole da dietro una finestra chiusa (o no?); il Generale Hawk si concede il lusso di passeggiare nei parchi, struggendosi per amore, mentre il mondo viene letteralmente messo a soqquadro dalla Centrale Alpha e gli altri pezzi grossi lo attendono con impazienza al Pentagono.

A massacrare del tutto una trama imbastita in maniera approssimativa, giungono anche i dialoghi: mediocri, ridondanti e improvvisati come quelli di una telenovela. E dire che questa miniserie vantava ben due supervisori.

L'unico segnale significativo di continuità (la ricostruzione di Bumblebee come Goldbug) diventa marginale, quando le storie G1 Marvel UK propongono una sviluppo alternativo: è Testa di Morte a distruggere Bumblebee, ed è Wreck-Gar a ricostruirlo. E' l'ultimo chiodo nella bara di quella che poteva essere un'avventura memorabile, e che prendeva piede da idee potenzialmente valide, ma sprecate da un dilettante inadeguato.

Indice di tutte le storie disponibili

mercoledì 18 novembre 2020

G1 UK nn. 59-65: Buster contro Shockwave e Devastator + la profezia delle Squadre Speciali

Copertina del Titat Book
Coordinandosi con la redazione madre della Marvel, lo scrittore/supervisore Simon Furman della Marvel Britannica continua a produrre approfondimenti sui personaggi principali della saga di The Transformers, creando uno spettacolare e articolato scenario di 7 albi in cui rilancia le idee della serie statunitense, rimette in scena i personaggi caduti nel dimenticatoio, ordisce un nuovo scenario ad ampio respiro che anticipa le avventure a venire, e prosegue con le proprie sottotrame (i Dinobot).
Shockwave e Megatron, dopo il loro rientro in scena degli albi G1 US nn. 13-16 continuano a ignorarsi a vicenda, il primo nuovamente insediato nella Fortezza Decepticon che era stata costruita nella miniserie di partenza della saga, e il secondo impegnato a trasformare la miniera di carbone a cielo aperto del Wyoming in una nuova fortezza.
A fare da trait d'union, c'è un machiavellico Soundwave, fedele alla causa dei Decepticon a tutti i costi, e capace di qualunque atto e manipolazione pur di piegare i suoi comandanti alla "ragione di stato": molto diverso dal servile automa senza personalità della serie animata G1, questo è il vero Soundwave, così come è stato caratterizzato nel suo Profilo (come anche dalle specifiche tecniche presenti sulla confezione).
La loro vicenda si intreccia con quella di Buster Witwicky, in un crescendo sorprendente: dallo scontro tra il Robot-Buster e Shockwave si passa a una spettacolare battaglia di nuovi e vecchi Autobot contro Devastator, e si raggiunge il culmine con un delirio onirico che sembra nato dall'inconscio umano, ma è in realtà un messaggio della Matrice della Creazione, riguardante... le Squadre Speciali!
In questo spettacolare intreccio, ricco di idee e di personaggi, l'attenzione per la continuità USA è spasmodica, ma c'è spazio anche per momenti genuinamente comici, ispirati proprio al nuovo tono delle storie statunitensi (Smokescreen che attiva il proprio "facsimile" umano quando Sparkplug è seduto al posto di guida; i Constructicon che discutono col bigliettaio del derby; Donny Finkleberg che presenta e commenta la resa dei conti tra Shockwave e Megatron, quasi fosse uno spettacolo di lotta libera; Soundwave che "sputa", emettendo il suono puttup che lo aveva reso nella pagina della posta UK, dove era lui stesso a rispondere con disprezzo ai lettori; e infine, Shockwave che, nel riappacificarsi con Megatron, adotta le movenze di un bambino arrabbiato e capriccioso).
 
Buster, l'Acchiapparobot! UK n. 59  - UK n. 60
Il derby della devastazione! UK n. 61 - UK n. 62
Seconda Generazione! UK n. 63 - UK n. 64 - UK n. 65
 
Note
 
In UK nn. 42-44, Optimus Prime si era rifiutato di costruire nuovi robot per combattere i Decepticon; ora sembra ansioso di realizzarne una dozzina, rinnegando le proprie scelte. Consapevole della forzatura (imposta dalla Hasbro), la redazione Marvel UK rimedia alla contraddizione con un racconto di solo testo, "Il ritorno dei Transformer", pubblicato sull'Annual 1986: in esso, Optimus Prime spiega di aver cambiato idea quando ha saputo del ritorno al potere di Megatron.
 
Speciale UK "Seconda Generazione"
Dove erano finiti i Constructicon? Dimenticati da Bob Budiansky subito dopo il loro esordio, sono spariti dietro le quinte della serie statunitense. In quella britannica, Scavenger partecipa alla "Caccia ai Dinobot", e ne "Il derby della devastazione" la loro squadra risulta militare nelle forze di Shockwave.
 
Durante lo scontro tra Shockwave e Buster, compare un elegante tocco aggiuntivo di continuità che completa il finale di G1 Marvel US n. 12: nelle pagine statunitensi della serie, la riemersione di Shockwave dalla palude in cui era sprofondato dopo la sconfitta non viene mai mostrata.

La tavola finale dell'ultima storia si collega anch'essa alle future storie US, e in particolare annuncia il ciclo di Ritorno a Cybertron: un prologo scritto in modo perfetto, che fa scorrere un brividio lungo la schiena, al pensieri di come introduca la grandiosa epopea di Blaster e Straxus.
 
Trentacinque anni dopo: Segreti & Bugie
 
La profezia dei Gestalt inviata dalla Matrice mostra: Superion, Menasor, Bruticus e Defensor. I primi due sono stati creati  con certezza sulla Terra; gli altri due invece non hanno un'origine nota (ma nel ciclo USA dell'Omnibase, Defensor viene disegnato per errore tra gli Autobot di Cybertron che inviano GrandSlam e RainDance alla ricerca degli Autobot dell'Arca).
La profezia non mostra Abominus e Computron, che invece vengono costruiti su Cybertron, dimostrando che la tecnologia Combiner è già nota ai Decepticon. E' da escludere che il gruppo di Scorponok l'abbia ricevuta da Straxus dopo che questi l'ha ricevuta dalla Terra: nella miniserie USA Headmasters, infatti, Fortress Maximus parla degli Autobot dell'Arca come di un mito; nè lui nè Scorponok danno la minima mostra di sapere che Optimus Prime e Megatron sono ancora vivi, nonostante gli eventi di G1 US nn. 17-18 e tutto il successivo ciclo UK che li vede tornare brevemente su Cybertron.
Ci sono due possibilità: Scorponok e Fortress Maximus sono partiti da Cybertron molto prima degli eventi di US nn. 17-18 (e per trovare Nebulos ci hanno impiegato qualche annetto); oppure Cybertron è così vasto e desolato che i loro gruppi si trovano lontanissimi da Polyhex e non hanno contatti nè con Straxus nè con Perceptor.
Sia come sia, non possono aver ricevuto la tecnologia Combiner dalla Terra, ma dispongono di Abominus e Computron, e chissà da quanto tempo  la Matrice quindi non ne invia le immagini perchè essi già esistono. Inserire l'errore grafico di Defensor in questa ricostruzione pare difficile (si potrebbe sostenere che la Matrice voglia che Defensor venga sulla Terra?).
L'ipotesi che la tecnologia Combiner risalga a prima della partenza dell'Arca (e quindi Shockwave la conosceva) è corroborata da Segreti e Bugie, dove Abominus risulta essere in azione già quattro milioni di anni fa.
Anche il mancato stupore degli Autobot in G1 US n.10 è quindi coerente: molti di loro non hanno mai visto un Gestalt, ma sanno che questi mostri esistono sin dai tempi di Cybertron, sebbene la tecnologia fosse padroneggiata solo dai Decepticon.

martedì 17 novembre 2020

G1 US nn. 13-16: tornano i comandanti Decepticon, e arrivano i rinforzi Autobot!

Copertina UK n. 51 per US n. 13
A cavallo tra il 1985 e il 1986, la serie Marvel statunitense di The Transformers (abbreviata in G1 US) entra nel suo secondo anno di vita. Lo sceneggiatore Bob Budiansky, saldamente al comando, dimostra di avere un forte controllo della narrazione, oltre che una propensione a fare gioco di squadra (è lui a fornire alla Marvel Britannica i piani narrativi della serie, consentendo ai colleghi di Oltremanica di scrivere numerose storie che integrano il suo ciclo "madre", come abbiamo visto con i Dinobot).
Nel primo anno di vita della serie, Budiansky ha stabilito e stravolto (quasi contemporaneamente) le premesse della situazione dei Cybertroniani sulla Terra, spiazzando continuamente il lettore con la scomparsa dei capi carismatici e i continui fallimenti incassati dagli Autobot, osteggiati tanto dai Decepticon quanto dagli umani che vorrebbero proteggere.
 
 
Proseguendo il suo approccio originale alla narrazione, Budiansky prepara il ritorno in scena di Megatron e di Shockwave: se per il secondo si tratta di normale ammistrazione, con un'avventura che sembra tratta dalla serie animata nella semplicità del piano dei Decepticon (US n. 14), per Megatron si tratta invece di un'esperienza al fianco di un umano che compie un ciclo di caduta in disgrazia e rinascita, tipico della Marvel... la quale lo lascia completamente indifferente, eccetto che per il riconoscimento del coraggio della carne in questione. E' notevole la differenza tra questo  Megatron (come quello della serie animata G1), rispetto alle produzioni di autori successivi (dalla Dreamwave in poi) i cui autori, non sapendo come gestire un personaggio così alieno e potente, ricorreranno alla disperata non-soluzione di umanizzarlo, attribuendogli motivazioni "giuste" o facendolo abbassare al livello di imbarcarsi in schermaglie verbali con le carni.
 
Copertina UK n. 53 per US n. 14
 
Bob Budiansky deve però anche obbedire ai dettami della Hasbro, che vuole principalmente due cose: una narrazione possibilmente appiattita su un pubblico molto giovane, come accade appunto per la serie animata ambientata nel presente, e una continua pubblicità per i nuovi modellini.
Oltre alle trame che ricordano quindi gli episodi autoconclusivi della serie animata, ecco che la narrazione assume anche un tono ironico, come accade quando Bumblebee fa da docente ai nuovi Autobot, o quando l'organizzazione governativa Tripla I assume un autore di una casa editrice di fumetti (l'indirizzo newyorkese è quello della Marvel) per mettere in scena un inganno mediatico con cui evitare l'isteria dell'opinione pubblica davanti all'invasione di meccanoidi alieni. Ma attenzione: per quanto l'inetto e avido scrittore tabagista Donny Finkleberg sia una parodia del supervisore/scrittore Dany Fingeroth, nelle sue parole da buffone senza dignità c'è anche un sottotesto socio-critico che funziona ancora adesso, a 35 anni di distanza.
Copertina UK n. 53 per US n. 15

La promozione di nuovi modellini si traduce nel subitaneo ingresso in scena di una sfornata di Autobot, che Budiansky giustifica come una necessità bellica, conseguenza della prima delle tante stragi di modellini vecchi che costellano la serie. La scusa tecnologica alla base della loro comparsa sarà ripresa nel 2020 da Simon Furman, che nella miniserie Transformers '84: Segreti e bugie (di cui vi abbiamo appena proposto il n. 1) mette in scena proprio le versioni cybertroniane dei guerrieri di riserva dell'Arca (Smokescreen, Skids, Grapple, Hoist, Tracks). Vale la pena di notare che in questo gruppo mancano Red Alert e Inferno; Red Alert compare nei fumetti Marvel ambientati nel presente solo in seguito a errori degli autori, ma avrà un suo momento di gloria nel futuro alternativo della saga G1 Marvel UK; Inferno, trascurato del tutto dalla produzione statunitense, è invece coinvolto nelle trame del versante britannico.
Il titolo "Io, Robot-Master" è un'omaggio all'antologia di racconti "Io, Robot" del maestro della fantascienza Isaac Asimov, di cui consigliamo caldamente l'opera, per vedere robot scritti come robot e non come esseri umani rivestiti di metallo.
 
Copertina UK n. 57 per US n. 16
 
Il nostro quartetto di storie si chiude con un episodio riempitivo in cui esordiscono alcuni autori destinati poi a farsi apprezzare altrove. Lo sceneggiatore Len Kaminski, già qui palesemente affascinato dal cyberpunk (da notare Thundercracker che si "inebria" assorbendo nuovi dati), darà poi nuova vita alla serie di Iron Man, e creerà il particolare Ghost Rider 2099, in entrambi i casi attingendo a piene mani alla fantascienza cibernetica degli anni 1990. Il disegnatore Graham Nolan diventerà poi un artista del Batman della DC Comics, per il quale illustrerà molti episodi tra i quali anche alcune vicende chiave per la mitologia del personaggio. L'inchiostratore Tom Morgan lavorerà per numerose testate della Marvel, tra cui anche Iron Man di Len Kaminsky, facendosi notare per il suo tratto muscolare e ipercinetico, tipico degli anni 1990.
Questo episodio fu realizzato all'ultimo momento, come si arguisce da alcuni errori che Bob Budiansky non avrebbe commesso (Prowl è ancora attivo, per esempio; ma forse si tratta di Bluestreak; il monte St. Hilary viene collocato nel Wisconsin, invece che nell'Oregon; Shockwave e i suoi guerrieri risiedono in una base mai vista prima, che, nella serie UK, verrà fatta coincidere con la Fortezza Decepticon vista nei numeri 1-4). Il suo scopo era sostituire un altro racconto riempitivo, perchè troppo datato: intitolato The Love Bug, era dedicato a Bumblebee ed era opera di Peter David, William Johnson e Kyle Baker; purtroppo, le sue tavole risultano perdute.
Il piano di Shockwave, che prevede di sfruttare una qualche unica tecnologia di Bumblebee, resta avvolto nel mistero e non viene mai più ripreso: è difficile però non notare che, in "Crisi di comando!" (UK nn. 42-43-44), Soundwave compie a sua volta uno sforzo erculeo per sequestrare Bumblebee (sebbene giustifichi il suo piano con motivazioni diverse, che a una seconda analisi non reggono minimamente). Quale segreto nasconde questo Minibot, che in seguito Wreck-Gar ha voluto ricostruire personalmente e ci è riuscito senza fatica?

mercoledì 11 novembre 2020

Transformers '84 - Segreti & Bugie n. 1

Il blog delle Cronache di Vector Sigma presenta finalmente il n.1 della miniserie Transformers '84: Segreti & Bugie in italiano e in formato PDF, in attesa delle conferma del solito disinteresse da parte di tutte le case editrici italiane, dovuto alla scarsa risposta da parte del pubblico nostrano.
Lo storico e defunto sito delle Cronache di Vector Sigma vi aveva già proposto l'episodio n. 0 di Transformers '84 che ora potete leggere in PDF, e di cui vi ripresentiamo anche recensione e note (in fondo a questa entrata del blog).
 
Ma che cosa si intende per Transformers '84?
 
Come vi abbiamo recentemente raccontato, la saga dei Transformer fu concepita dai creativi della Marvel nel 1984, e poi tradotta in fumetto e in serie animata (dalla Sunbow). Dalla saga USA scaturirono gli episodi aggiuntivi della Marvel UK, la quale arricchì ulteriormente l'epopea.
Il più prolifico e influente degli sceneggiatori di queste due serie fu Simon Furman, autore che gettò le basi per il un'enorme fetta dell'epica dei Transformer che impera ancora oggi.
 
Con Transformers '84, Simon Furman torna a esplorare le origini della saga, aggiungendo nuovi capitoli alla guerra su Cybertron e agli eventi della Terra successivi allo schianto dell'Arca, ma antecedenti al 1984. Nel n. 0, Simon Furman rilegge la storica avventura "L'uomo di Ferro" (G1 Marvel UK nn. 9-12, poi ristampata nella serie US, nn. 33-34), sostituendo i Cloni Autobot ai due anonimi cybertroniani sepolti sotto il castello di Stansham, e rivelando che Optimus Prime aveva progettato sin dall'inizio un volo suicida, per distruggere per sempre la minaccia di Megatron.
Nel n.1 che vi proponiamo adesso per la prima volta, invece, sono gli intrighi dei Decepticon a farla da padroni: i piani di Shockwave (che nella serie originale contende a Megatron il comando sui Decepticon), i sospetti di Ratbat, la potenza dei Conehead, le sottili macchinazioni di Starscream... e, soprattutto, l'inatteso Skyfire, lo scienziato in stile G2 più inquietante di tutti i Decepticon. Non manca ovviamente lo spazio per gli Autobot: la saggezza di Prowl, il talento di Perceptor (che nella serie originale guida la resistenza di Polyhex su Cybertron) e la potenza devastante dei Dynobot, con le loro micidiali modalità alternative cybertroniane.  


Transformers '84 n. 0
 
Osservazioni
 
Incaricata di produrre un racconto per festeggiare i trentacinque anni del marchio Transformers, la casa editrice IDW, con una mossa a sorpresa, richiama alla ribalta il veterano Simon Furman, tempo addietro accantonato in favore di scrittori più facili ad assecondare i gusti del pubblico moderno.
Con una operazione retroattiva che mescola diversi eventi delle due testate Marvel dedicate ai Transformers (la testata madre USA e quella derivata britannica, per brevità identificata con la sigla UK), il buon Furman imbastisce un prologo alla serie Marvel a fumetti originale dal sapore volutamente vintage, andando a integrare le vicende del n. 1 Marvel US con un retroscena strategico-etico assai tipico del suo grande lavoro di caratterizzazione svolto sul vero Optimus Prime (che, non a caso, funge da prologo al classico "Buone, gelide feste!", come spiegato nelle Note). La grande e intelligente forza celebrativa dell’idea di Furman si rivela grazie a un concetto che si dispiega su più piani narrativi e metanarrativi, in una notevole coreografia dove tutti gli elementi storici del mito dei Transformer vengono coinvolti in un unicum armonioso e lineare. Furman riprende e reinterpreta gli eventi di una delle poche storie Marvel UK non scritte da lui, riconducendola nell’alveo della continuità con la scelta di dare spazio a personaggi secondari, che oltre a essere pescati dalle più recenti linee di giocattoli Hasbro, sostituiscono gli atipici cybertroniani senza nome creati per quel riempitivo chiamato "L'Uomo di Ferro" (si noti come l’uso di modellini appena prodotti citi quindi la fortissima funzione di veicolo pubblicitario dei fumetti Marvel, dove l’affidabilissimo sceneggiatore Bob Budiansky riusciva a gestire trame ad ampio respiro pur introducendo dozzine di personaggi nuovi ogni mese). In termini di primati va notato che "L'Uomo di Ferro" è anche l’unico fumetto della Marvel UK che sia mai stato ristampato dalla testata Marvel US. Anche il formato utilizzato, ovvero il racconto autoconclusivo, è ormai una rarità nella attuale produzione fumettistica statunitense.
I tocchi di classe di Furman, che lo scrivente ritiene essere lo scrittore che più si è addentrato con successo nella caratterizzazione dei personaggi, ci sono tutti: vedasi ad esempio la squadra Decepticon che si disinteressa delle attività degli umani, che per loro equivalgono a quello che per noi potrebbero essere degli animali, a sottolineare l'enorme divario esistente tra le due "specie". Divario sottolineato anche dalle tempistiche della missione di Punch/Counterpunch. Non deve stupire che dopo circa quattro milioni di anni continui ancora, imperterrito, a svolgere il compito assegnatogli: il ciclo vitale dei Transformer è infatti infinitamente più lungo rispetto al nostro.
Furman, a differenza di molti altri, trasmette l’essenza del carattere dei protagonisti grazie a poche battute, con dialoghi asciutti che vanno al punto senza perdersi in verbosi e interminabili orpelli.
I disegni di Guido Guidi, in ambito Transformers, sono semplicemente magistrali: e non ci si aspettava niente di meno da lui. La magnificenza con cui rappresenta l'Arca, la spensieratezza di Bumblebee, Optimus Prime che china il capo nascondendo i propri dubbi interiori… il tutto accompagnato dalle solite anatomie impeccabili. La cura dei particolari, il sapore squisitamente retrò della grafica dei protagonisti, e in generale l’occhio attentissimo a cogliere lo stile originale di Frank Springer e Don Perlin, per reinterpretarlo in chiave moderna e robustamente realistica, lo rendono il disegnatore perfetto per questo racconto.
John-Paul Bove colora con un marcato effetto vintage: se i colori primari risultano "pieni", per quelli secondari usa la tecnica "Ben Day dots", che si sposa alla perfezione con i disegni di Guidi, rendendo ancora più particolare questa storia. La scelta di richiamare alcuni stilemi dell'epoca, vedi i personaggi secondari colorati in maniera quasi monocromatica in alcune occasioni, non può che aumentare l'effetto di rivivere programmaticamente un’atmosfera d’epoca, in chi già seguiva la serie originale. Ironicamente possiamo aggiungere che, se Bove avesse voluto omaggiare le colorazioni di Nelson Yomtov in maniera ancor più netta, avrebbe dovuto sbagliare lo schema cromatico di alcuni personaggi: soprattutto nei primi numeri della collana, il colorista originale cadeva spesso nell'errore.
In definitiva un racconto che vale sicuramente la pena di leggere, nonostante operi una leggera retcon sui due Autobot giunti sulla Terra, e nonostante soffra di una pecca che già caratterizzava la mai dimenticata serie Animated: l'obiettivo è puntato principalmente sugli Autobot, con i Decepticon nettamente in secondo piano. Sarebbe bello avere un secondo racconto che inverta la prospettiva (e cioè Transformers '84, Segreti & Bugie n. 1).
 
Note 

- Questo racconto è stato prodotto per festeggiare i trentacinque anni del marchio Transformers.
- La storia dura 24 pagine, a differenza dei fumetti contemporanei, ormai assestati sulle 20 pagine.
- Alcune vignette richiamano fedelmente certe scene già viste in US n. 1. In particolare il secondo pannello di pagina 10 omaggia il quinto pannello di pagina 5; il secondo pannello di pagina 20 ricrea il quinto pannello di pagina 6; e il terzo pannello di pagina 20 cita il secondo pannello di pagina 8.
- Optimus Prime che chiede a Ultra Magnus di continuare la lotta in sua assenza è un riferimento allo stesso concetto che Furman usò nello scrivere la saga parallela G1 Marvel UK.
- Prime parla dell'Orsa Maggiore come se fosse una singola stella quando, in realtà, è una costellazione.
- Nel racconto viene usata la cosiddetta tecnica dell'Introdump, ovvero i personaggi si chiamano esplicitamente per nome nel giro di poche battute, presentandosi così al lettore. E’ la stessa tecnica che nella saga originale G1 Marvel US veniva sfruttata dagli sceneggiatori per assecondare la Hasbro e presentare interi blocchi di modellini in una singola tornata.
- Traachon, Punch/Counterpunch, Fastlane, Cloudraker e Battletrap sono apparsi solo nei racconti originali della Marvel UK.
- Wingspan e Flywheels, oltre che nei fumetti inglesi, sono apparsi brevissimamente e senza essere nominati nella miniserie US "The Headmasters".
- Appaiono i Micromaster Erector e Rumble al lavoro sull'Arca. Teoricamente si tratta di un errore di continuità in quanto i Micromaster non erano ancora stati creati al tempo in cui è ambientato il racconto, ma le loro dimensioni lasciano pensare che si tratti di Cybertroniani non ancora “ridimensionati” per questioni di risparmio energetico. Curiosamente, in Rigenerazione Uno n. 92, lo stesso gruppo di personaggi si dedica alla costruzione del Ponte Spaziale su Nebulos
- L'apparizione di Ultra Magnus non è esattamente congruente con la continuità addizionale della G1 Marvel UK: nella sua scheda apparsa su UK n. 81 viene detto che è stato costruito negli anni 1980 (ma, siccome non c'era la Matrice a disposizione per dargli la vita, si può pensare che Magnus sia stato "ricostruito", magari con le memorie compromesse).
- La parte del racconto ambientata durante il medioevo si svolge prima degli eventi narrati in "L'Uomo di Ferro".
- "L'Uomo di Ferro", scritto da Steve Parkhouse, è originariamente apparso su G1 Marvel UK nn. 9-12 ed è stato successivamente ristampato su US nn. 33-34. Si tratta dell'unico racconto inglese riproposto sulla collana americana.
- Dai dialoghi, i soldati di Canute sembrano cristiani mentre quelli di Godwin sembrano praticare l’antica religione norrena.
- L'incontro tra Optimus Prime e Punch/Counterpunch avviene nelle terre desolate [badlands], un luogo utilizzato da Furman in Regeneration One.
- Il conto alla rovescia che precede il lancio dell'Arca è espresso in breem, una classica unità di misura dei fumetti G1.
- Vengono citati alcuni manufatti che all'epoca della G1 non esistevano: il disco dorato e le camere di rigenerazione criogenica sono apparse per la prima volta in Beast Wars. Inoltre Bumblebee cita l'epoca dei titani in riferimento ad alcuni recenti giocattoli di grosse dimensioni.
- La navetta di Fastlane e Cloudraker si chiama Mantlo, in omaggio a Bill Mantlo che sceneggiò i primi due numeri della collana US. Nel fumetto originale veniva descritta di grosse dimensioni mentre, in questo albo, appare significativamente più piccola.
- Fastlane e Cloudraker, che quindi grazie a questo racconto vengono identificati come l'Assistente e il Navigatore de "L'Uomo di Ferro", non assomigliano affatto ai Transformer apparsi nel fumetto originale. Tuttavia, a causa delle ferite subite, Cloudraker perde parte delle placche metalliche esterne: quello che si vede sotto in effetti ricorda l'aspetto dei robot originali, quasi a suggerire che le attuali placche metalliche di colore rosso fossero una sorta di esoscheletro.
- Il racconto ci spiega un dettaglio poco chiaro all'epoca della pubblicazione di "L'Uomo di Ferro"m ovvero perché Prime avesse ordinato la distruzione della navetta Autobot in maniera così repentina: è disposto a tutto pur di evitare il possibile ritorno di Megatron su Cybertron; Navigatore è infatti a conoscenza della posizione del pianeta.
- Optimus Prime non poteva saperlo ma, anche rimuovendo Megatron da Cybertron, la guerra non sarebbe finita. Altri Decepticon avrebbero preso il suo posto come ad esempio abbiamo visto fare a Straxus in G1 US nn. 17-18.
- Fastlane, Cloudraker e Wingspan muoiono, ma i personaggi sono presenti anche nel recente “seguito” IDW della serie G1 Marvel, e cioè Regeneration One: considerando però che questi personaggi sono classificati come “cloni”, la questione delle loro morti sembra trascurabile in termine di continuità.
- E’ davvero così sconvolgente e inedita, la rivelazione del piano di Optimus vista in questo albo? Chi si ricorda l’episodio britannico "Buone, gelide feste!" (G1 Marvel UK n. 198), in cui il redivivo Optimus Prime fa i conti con le motivazioni e le scelte che lo hanno condotto con l’Arca fino allo schianto sulla Terra, si renderà conto che Simon Furman aveva già gettato i semi per questi sviluppi nel lontano 1988.
-Personaggi (in ordine di apparizione)-
Punch/Counterpunch, Windcharger, Ironhide, Reflector, Acid Storm, Astrotrain, Jazz, Prowl, Quickmix, Wheeljack, Erector, Perceptor, Crumble, Optimus Prime, Traachon, Megatron, Soundwave, Starscream, Canute, Fastlane, Cloudbreaker, Sunstreaker, Bumblebee, Mirage, Bluestreak, Ultra Magnus, Ravage, Shockwave, Hakon, Battletrap, Wingspan, Flywheels, Gears, Hound, Brawn, Buzzsaw, Laserbeak, Rumble, Huffer, Ratchet.

Scheda di Nicola Balocca
Fonte principale delle note: TfWiki
 

sabato 7 novembre 2020

G1 Marvel UK nn. 29-50 e Annual 1986 - Caccia ai Dinobot!

Copertina del volume Titan Book
Nel settembre del 1984, la filiale Marvel del Regno Unito (per brevità Marvel UK) inizia la pubblicazione di The Transformers, testata che inizialmente ristampa i fumetti pubblicati dalla casa Madre nell'ominima serie USA Transformers.
Essendo la pubblicazione di periodicità quindicinale, le storie originali USA vengono presentate al ritmo di undici pagine alla volta, con un'appendice di undici pagine prelevata da altre serie fantascientifiche della Marvel USA (come Machine Man), nonchè una pagina di strisce umoristiche. Gli albi hanno un formato più largo, simile a un magazine, rispetto agli albi USA, e la qualità della carta è superiore, consentendo una migliore resa dei colori e dei bianchi.
La risposta del pubblico è positiva, tanto che l'albo, a partire dal n. 27, diventa settimanale, e tale rimane fino al n. 308, per poi tornare quindicinale fino alla chiusura, col n. 332.
Le vendite di questa serie raggiungono, negli anni, il picco delle duecentomila copie, e finanziano letteralmente l'ascesa della Marvel UK, che si ritrova ora con le risorse per autoprodurre altre serie supereroistiche o fantascientifiche.
 
Poichè il materiale USA (prodotto mensilmente) è insufficiente per coprire le uscite britanniche, a partire dal n. 9 la Marvel UK si cimenta nella produzione di nuove storie dei Transformer, concepite per essere compatibili col flusso narrativo della Marvel US. Inizialmente, lo scrittore Simon Furman si limita ad attingere ai profili dei personaggi (in termini di personalità e armi) per imbastire storie di scontri inediti che si svolgono tra i nn. 3 e 4 della miniserie USA. Gli artisti lavorano utilizzando solo i modelli dei giocattoli come riferimento, e colorano a mano le tavole (mentre la versione USA presenta la famigerata colorazione a punti). Con l'intensificarsi dei contatti con la redazione statunitense, la redazione britannica riceve informazioni grafiche e narrative che le consentono di evolversi: arrivano quindi i modelli grafici ufficiali dei personaggi (consistenti con la serie animata), ma soprattutto i piani narrativi dello sceneggiatore della testata madre Bob Budiansky, che permettono a Simon Furman di studiare storie di ampio respiro, incentrate su elmenti che Budiansky non intende riprendere a breve.
Nuova versione della copertina di G1 UK 47
 
 
E' il caso dei Dinobot, che dopo essersi scontrati con Megatron e averlo sconfitto in G1 Marvel US n. 8, escono di scena per parecchi albi: Simon Furman li coinvolge in un lungo arco narrativo che si dipana sui nn. 29-32 e 45-50 della serie britannica, durante il quale fa spaziare l'azione negli stati circostanti l'Oregon, introduce validi comprimari umani, analizza le psicologie dei Dinobot (in particolare Grimlock, Swoop e Sludge), mette in azione Soundwave come comandante temporaneo di una parte dei Decepticon e come eccellente stratega capace di infliggere una tremenda sconfitta agli Autobot, e infine inserisce quasi in ogni storia una scena che anticipa e arricchisce gli sviluppi narrativi degli albi US nn. 9-12

"Una potenza fluviale!" n. 29 - n. 30
"L'ira di Guardian!" n. 31
"L'ira di Grimlock" n. 32

Lo scontro sulla diga Sherman è, esplicitamente, un adattamento della battaglia raccontata nel primo episodio della serie animata G1 (More Than Meets The Eye), ma con l'assenza di Spike Witwicky (che non viene qui rimpiazzato dal suo equivalente Buster). Si tratta di un esperimento a cui la redazione Marvel UK non fa seguito, preferendo la strada della continuità prettamente fumettistica. Come i precedenti archi narrativi ("L'uomo di ferro", "Il nemico interiore", "I predatori dell'ultima Arca"), anche la battaglia sulla diga si colloca tra gli albi USA nn. 3-4, stiracchiandone il flusso narrativo con un certo sforzo. I redattori UK (lo stesso Furman?) pubblicano frequenti redazionali nella rivista proprio per fare il punto della continuità e spiegare la cronologia esatta delle storie dell'universo G1 UK. 

"Crisi di comando!" n. 42n. 43 - n. 44 

A Furman si alterna lo sceneggiatore Mike Collins, già autore di alcuni racconti di solo testo pubblicati nel primo Annual della serie The Transformers britannica. Collins affronta le conseguenze della ricostituzione di Optimus Prime avvenuta in G1 US n. 12, facendogli vivere una breve fase di incertezza decisionale di cui approfittano Prowl (qui caratterizzato come un militarista aggressivo, semplicemente perchè la sua modalità alternativa è quella di un'auto della Polizia) e Soundwave (che insieme a Ravage ordisce un macchinoso piano dai risultati un po' scarsi). Paradossalmente, l'idea intorno a cui ruota la storia (usare la Matrice della Creazione per creare nuovi colossali Autobot da guerra) viene respinta da Optimus Prime, che però in seguito nella serie USA si ritroverà a creare proprio Omega Supreme.
La parte grafica è affidata all'esordiente Geoff Senior, destinato a fare grandi cose per The Transformers, su entrambe le sponde dell'oceano. E' la qualità della sua arte, limpida e dalle forme potenti, a deliziare i lettori, che ancora adesso celebrano questo arco narrativo nonostante le sue grosse pecche narrative.
L'errore più marchiano si verifica quando Collins utilizza per questa avventura un gruppo di Autobot che, stando alla serie USA, sono finiti fuori linea durante la battaglia di G1 US n. 12. Per rimediare, Simon Furman interviene con le sei storie successive, tutte dedicate ai Dinobot, ma con una ricaduta disastrosa sugli altri Autobot.

"La teoria di Icaro!" n. 45 - n. 46
"Caccia ai Dinobot!" n. 47 - n. 48 - n. 49 - n. 50
"Vittoria!" Annual UK 1986 (storia 5)

In questo ciclo di racconti, lo stile di Furman si evolve in maniera ottimale: ogni episodio è strutturato come vicenda fruibile a se stante (persino quando viene concluso con un colpo di scena), grazie allo stile narrativo quasi letterario, che si concentra principalmente su uno o due protagonisti; nello stesso tempo, i comprimari, tutti dotati di una certa importanza, favoriscono lo sviluppo della tematica portante dell'intero arco. Alle pure trovate funzionali alla trama si uniscono inoltre numerosi e logici riferimenti al resto dell'universo dei Transformer definito nelle storie G1 US: questo approccio fornisce al lettore una corposa e consistente visione d'insieme della saga, trasmettendo un'idea di solidità e consistenza, nonchè l'appagamento di aver seguito con cura tutte le vicende precedenti.  

Riprendendo e connettendo vari dettagli dell'universo Marvel (non solo dei Transformer), Furman fa incontrare la corrotta multinazionale Roxxon e l'impero finanziario di G.B. Blackrok: da qui scaturisce il personaggio del professor Anthony Morris, destinato a una singolare carriera cibernetica nella serie.
Non tutti gli Autobot fuori linea nella serie G1 US vengono disattivati in questo arco narrativo: per questo motivo, ricompariranno nelle sole storie G1 UK.
Sin dall'inizio, Swoop è dipinto come il più sveglio dei Dinobot: è una caratteristica che Simon Furman gli attribuirà in ogni apparizione futura di questa continuità, Rigenerazione Uno compresa. Nella pagina della posta, curata da Simon Furman sotto le spoglie di Soundwave prima e di Grimlock dopo, Grimlock arriva a dire che Swoop è il vicecomandante dei Dinobot.
Nella palude, gli Autobot utilizzano il modulo O.M.A.R. con cui Ratchet aveva navigato nella Terra Selvaggia negli albi G1 US
Jetfire compare ancora con il simbolo Decepticon: è solo nel successivo G1 Marvel US n. 13, infatti, che il personaggio riceve l'AutoMarchio e cambia formalmente fazione.
Il droide da battaglia Guardian è uno dei diversi modelli di droni in dotazione all'Arca, inizialmente solo nelle storie G1 UK. Simon Furman lo riprende quando assume le redini della serie statunitense (G1 Marvel US n. 60), e lo ricicla poi anche nel preludio Transformers '84 - Secrets and Lies, dove il malfunzionante computer di bordo dell'Arca invia un drappello di Droni Guardiani contro Grimlock.
L'epilogo della storia compare nello speciale albo annuale del 1986, che ospita un fumetto e quattro racconti di solo testo, tra i quali l'importantissimo "Giochi di stato", dove si racconta la genesi della guerra civile su Cybertron, fornendo molti dettagli sulle Città Stato del pianeta e sui giochi gladiatori. 

mercoledì 4 novembre 2020

[I Semi dell'Inganno] La Trasmogrificazione di Metroplex - pagine 12-16

 I Semi dell'Inganno (Seeds of Deception) presenta le pagine 12 - 13 - 14 - 15 - 16 di Metroplex: L'evento della Trasmogrificazione.

L'azione prosegue da pagina 11, dove Axer ha scelto di distruggere la passerella su cui si trovava quando Scamper, Slammer e SixGun lo hanno circondato, facendo quindi precipitare tutti verso il MetaNucleo che arde spaventoso all'interno di una delle "ipersfere" che ospitano gli organi cruciali di Metroplex. 

Le note di continuità e i retroscena di ogni singola pagina sono presentati in italiano (facendo scorrere verso il basso ogni singola pagina, dopo avervi fatto click).
 
Continua qui con le pagine 17-18 e il recupero delle restanti pagine precedenti.