lunedì 28 dicembre 2020

[Nuovo Universo] La Guerra n. 1 - L'inizio della fine

Il Nuovo Universo presenta l'evento verso cui confluiscono le vicende e i personaggi di tutte le sue serie e miniserie.
 
Quando gli attriti e i sospetti tra le nazioni degenerano in un conflitto aperto, alimentato dalla paranoia e soprattutto dalla follia in cui la mutazione paranormale sta trascinando le persone più fragili e disturbate, il risultato può essere solo un incendio che divampa da un angolo all'altro del globo.

 
E' il 1989. Nel vortice degli intrighi sullo scacchiere internazionale, concentrazioni di potere spaventoso si materializzano sui due (tre) lati della barricata, suddividendosi tra Stati Uniti, Unione Sovietica e Iran.
Dopo il presidente degli Stati Uniti, un altro personaggio si rivela più di ciò che appare, a riprova della coerenza della Marvel nell'aver creato un un universo supereroistico che doveva essere più "adulto" e realistico di quello classico.
Ma c'è spazio anche per nuovi personaggi dettati da un intento sociologico genuino, che all'epoca non era ancora degenerato nel "progressismo a tutti i costi", come Kathi Blizzard, nonchè per il ritorno (assai poco supereroistico, all'insegna della natura del Nuovo Universo) di Jack Magniconte di Kickers Inc.

sabato 26 dicembre 2020

[I Semi dell'Inganno] La Trasmogrificazione di Metroplex - pagine 17-18

I Semi dell'Inganno (Seeds of Deception) presenta
le pagine 17 - 18 di
Metroplex: L'evento della Trasmogrificazione.

La narrazione prosegue dalle pagine precedenti: il Decepticon Axer, deciso a fuggire da Metroplex, sta aprendo un Ponte Spaziale in miniatura, sebbene sappia che i sistemi di sicurezza di Metroplex gli impediranno di attraversarlo. Ma, allora, qual è il suo vero scopo?
La risposta in queste due nuove pagine, con gli Skyscorcher della Generation 2 in azione!

Le note di continuità e i retroscena di ogni singola pagina sono presentati in italiano (facendo scorrere verso il basso ogni singola pagina, dopo avervi fatto click).

Inoltre, a completamento dei post precedenti, ecco disponibili anche le pagine ancora mancanti, cioè le pagine 2-3-4-5-6 e le pagine 8-9 (ma potete anche navigare nel fumetto usando i link nelle note di ogni pagina):

giovedì 24 dicembre 2020

Transformers '84 - Segreti & Bugie n. 4

Il blog delle Cronache di Vector Sigma presenta, in italiano e in formato PDF scaricabile: 

 
Con una inattesa circolarità narrativa nelle parole di Punch/CounterPunch (che esordisce affermando che non c'è mai un finale, salvo poi concederne uno a Grimlock nell'ultima pagina), tutti (o quasi) i nodi vengono finalmente al pettine, come Simon Furman spiega dettagliatamente nelle immancabili e imperdibili Note dell'autore in coda al fumetto.
 
Ci sarà un seguito?
Di certo non se ne sente l'esigenza per gli aspetti minori della storia che non sono stati mostrati esplicitamente, come il fatto che, per esempio, Grimlock abbia preso e buttato Megatron dentro l'Arca, prima di tornare dai Dinobot, oppure che possa aver smantellato gli Autobot senza Scintilla che Auntie aveva scatenato.
 
Molto più interessanti sono invece i potenziali sviluppi narrativi per Cybertron: come già detto nei commenti al n. 3, nulla è stato detto dell'ascesa del condottiero Decepticon Trannis, destinato a schiacchiare gli Autobot e conquistare la loro capitale di Iacon.
C'è di più: come vedremo prossimamente nella saga britannica Preda, sembra che Straxus abbia dovuto anche assassinare un Decepticon che Megatron aveva nominato come proprio successore, e del cui nome e aspetto non si trova traccia in alcun fumetto storico o moderno.
Ci si chiede anche cosa ne sarà di Star Saber, unico "generale" degli Autobot a non comparire in epoca moderna.

Naturalmente, le ipotesi su un seguito devono fare i conti con le effettive vendite della miniserie: chiaramente, il n. 0 del 2019 vendette abbastanza bene da spingere la IDW a rilanciare (e, d'altra parte, il famoso Rigenerazione Uno n. 0 stracciò tutte le altre gonfiatissime e pubblicizzatissime testate IDW dell'epoca, in termini di vendite), e la qualità di questa nuova miniserie è indubbia: Furman non ha nè piattamente "riletto" storie esistenti nè rimacinato materiale noto; con una certa audacia e con quella lucidità che pochi autori hanno, ha invece non solo esplorato le premesse inedite di eventi noti, ma anche forzato ripetutamente i limiti imposti dalla continuità, tendendoli più che poteva senza ma spezzarli, per il tormento e la gioia dei lettori. Insieme al materiale potenziale di cui abbiamo appena parlato e ai livelli stellari che l'artista Guido Guidi ha raggiunto e mantenuto in ogni singola pagina, tutto ciò dovrebbe garantire l'arrivo una seconda miniserie (magari di sei numeri), sempre che il mondo reale, con la sua crisi sanitaria ed economica, non intervenga spazzando via l'industria dell'intrattenimento. 

Chiudiamo con una breve osservazione su quello che forse è il punto più sconcertante della vicenda, e cioè il (relativo) suicido di Grimlock, dettato chiaramente dall'enorme senso di colpa che lo schiaccia per aver decretato il fato dei Dinobot: è inaccettabile, in quanto evento senza precedenti, oppure per questioni psicologiche e caratteriali? Per Grimlock è sicuramente uno sviluppo mai visto, ma non lo è per i comandanti Autobot in generale: prossimamente, in G1 US n. 24, leggeremo proprio la cronaca di un atto analogo da parte di Optimus Prime, decretato a sua volta dal fardello degli errori commessi nella guerra contro i Decepticon sulla Terra (con le relative, presunte vittime, come Skids). E non abbiamo usato il termine "fardello" a caso, come sa chiunque abbia seguito con sincero interesse tutta la serie animata G1.
Non possiamo dimostrarlo, ma forse Furman, che scrisse un ampio prologo e un incisivo epilogo alla morte e resurezione di Optimus Prima, ha voluto stabilire una continuità ideale tra i due comandanti Autobot (dato che Grimlock succederà a Optimus Prime).

venerdì 18 dicembre 2020

G1 UK n. 93 "Il dono" - Buon Natale e Miglior Anno a tutti

Prima di presentare Graffiti Decepticon, la testata britannica di The Transformers pubblica un episodio tipicamente natalizio (una tradizione che si ripete per almeno quattro anni), tutto dedicato a Jetfire, definito il primo Cybertroniano costruito sulla Terra, e impegnato ad analizzare le proprie difficoltà ad integrarsi col resto degli Autobot. Con l'aiuto di Buster Witwicky, Jetfire giunge a comprendere l'unicità della propria natura di capostipite di una nuova tipologia di Transformer, in concomitanza con le festività che celebrano, in diversi modi, l'inizio di una nuova vita.

 G1 UK n. 93 "Il dono"

Annotazioni post-lettura

Durante Obiettivo: 2006, i personaggi di Jazz e Trailbreaker erano stati gravemente feriti per riallineare la continuità con la serie madre statunitense, dove i due personaggi sono in animazione sospesa nell'Arca sin da G1 US n. 12. Per questa sola storia, però, lo sceneggiatore ospite James Hill li riporta in scena, affermando che sono stati riparati e rimessi in pista; nonostante ciò, entrambi i personaggi scompaiono subito dopo anche dalla serie G1 UK, per rientrare in scena solo molto tempo dopo, nella testata madre.
E' curioso che Hill sia stato così superficiale sotto questo aspetto, data l'attenzione riservata ad altri dettagli della continuità del momento, come le notizie su Robot-Master, il riferimento al "programma primordiale" (G1 US n. 12) e alle "guglie celestiali" (G1 UK n. 30), gli errori di Jetfire in Obiettivo: 2006, la presenza degli Stunticon.
 
C'è da segnalare anche l'errore di presentare Jetfire come il primo Transformer Terrestre, quando i Constructicon sono stati costruiti prima di lui. Con una certa forzatura, si potrebbe definire Jetfire "il primo Autobot terrestre", anche se fu costruito per essere un Decepticon.

Due elementi particolarmente interessanti sono la scelta di mescolare i gruppi di Decepticon in azione (invece che mettere in scena i soli Insecticon o i soli Conehead, come tende ad accadere con i gruppi ufficiali di giocattoli), e l'unica scena di entrambe le serie G1 in cui compaiono i frutti dell'alleanza tra gli Autobot e G. B. Blackrock.
Quest'ultimo aspetto è importante anche per spiegare l'assenza di certi personaggi tra le fila di entrambe le fazioni, nelle storie principali (come accade nell'adunata Autobot di G1 US n. 19) e la loro inspiegabile ricomparsa nella serie britannica, anche se ufficialmente sono ricoverati nell'infermeria dell'Arca. Questi personaggi si trovano altrove, impegnati in missioni di routine (come quella di procurarsi carburante), le quali chiaramente sono poco interessanti da raccontare nel fumetto e sono da considerarsi implicite, ma devono necessariamente costringere un discreto numero di Autobot a stare lontani dall'Arca e dalle battagli epiche; queste stesse missioni prevedono anche frequenti schermaglie "fuori scena" con i Decepticon, ed è quindi possibile che gli Autobot "assenti" vengano feriti così gravemente da condannarli alla stasi nell'infermeria dell'Arca, spiegando la loro successiva scomparsa dai fumetti di entrambe le serie britannica. Il discorso può valere anche per certi Decepticon evasi dall'Arca!

La copertina completamente scollegata dalla storia (caso più unico che raro nei fumetti di quell'epoca) è naturalmente un ironico riferimento a Obiettivo: 2006, nonchè un primo, sibillino annuncio della colossale epopea a venire sulle pagine dei Transformer britannici.

giovedì 17 dicembre 2020

G1 US n. 21-23 Superion contro Menasor contro Circuit Breaker!

Copertina di G1 UK n. 92
Dopo i tempestosi eventi di Obiettivo: 2006, la saga principale di G1 US prosegue portando sulla Terra sette Cybertroniani, di cui cinque già annunciati narrativamente (i Conehead e gli Insecticon) e due nuovi (i BattleCharger), nonchè creandone altri dieci (Aerialbot e Stunticon), a cui le due fazioni robotiche sulla Terra stavano lavorando sin dalla profezia inviata dalla Matrice in G1 UK 59-65.
Ancora una volta, quindi, lo sceneggiatore Bob Budiansky fa sfoggio di dedizione al lavoro e capacità di narratore, riuscendo a raggiungere il doppio obiettivo di accontentare le richieste della Hasbro (che ogni mese ha un nuovo lotto di modellini da pubblicizzare) e di sviluppare un discorso narrativo in cui singole storie, costruite come tre film, si uniscono per raccontare una vicenda di ampio respiro.
E' così che nasce questa trilogia che getta i riflettori sui suddetti robot, ma anche su Circuit Breaker, Skids, il RAAT, Jetfire, Donny Finkleberg, Megatron e Optimus Prime, in un susseguirsi di azione, intrigo, tradimenti, caratterizzazioni e, infine, una carrellata considerevole di località storiche e colossali opere di ingegneria statunitensi come la diga Hoover.
 
Ecco qui i tre episodi, nella traduzione rinnovata del sito delle Cronache di Vector Sigma, e raccolti in PDF scaricabili:

 
G1 UK n. 91
G1 UK n. 94
Non ne avevamo ancora parlato, ma la coppia di inchiostratori Brian Akin e Ian Garvey è diventata una presenza fissa su queste pagine, e fornisce un importante apporto alle modeste matite dell'onesto mestierante Don Perlin, fornendogli quella rigorosità e compattezza grafica che i precedenti inchiostratori Al Gordon e Keith Williams avevano faticato a garantire. Il risultato è notevole, in termini di chiarezza delle ambientazioni, rifinitura del dettagli e identificazione dei personaggi robotici.
Curiosamente, lo sceneggiatore Bob Budiansky sembra reagire a questo miglioramento con un terzetto di sceneggiature che attinge meticolosamente ai Profili dei nuovi personaggi (ideati da lui stesso!) in termini di personalità, armamenti, peculiarità e punti deboli, dagli Aerialbot agli Insecticon, passando per i Battlecharger.
Parlando  dei due Battlecharger, questa loro avventura di esordio li rese molto popolari negli anni 1990, a causa del ridacchiare ricorrente del bianco Runamuck, che gli appassionati associarono a quello di Beavis della serie animata Beavis & Butthead (MTV, 1993), stabilendo una simmetria tra le due coppie di balordi che, in realtà, funziona a metà: come si può leggere infatti in  G1 US n. 23, il nero Runabout ha un eloquio tanto ricercato quanto pretenzioso, ben diverso dalla parlata sgrammaticata e povera di Butthead.
 
Annotazioni post-lettura
 
G1 UK n. 89
La ferita di Optimus Prime, che viene medicata in questa trilogia, gli è stata inflitta dai sistemi automatici della base Decepticon in G1 US n. 19, ma come la mettiamo col tutto il tempo trascorso nel frattempo, almeno secondo la saga G1 UK, dove si è svolta tutta la saga di Obiettivo: 2006? La risposta prossimamente, nell'albo G1 UK n. 100, dove l'esperienza di Optimus Prime, Ratchet e Prowl nel "limbo" è finalmente rivelata.

Dietro la nuova organizzazione della RAAT c'è ancora la governativa Tripla I, comparsa per l'ultima volta in G1 UK nn. 73-77.

Ancora una volta, la saga britannica fornisce un prezioso apporto alla struttura narrativa US, non solo arricchendola, ma addirittura puntellandola e dandole solida plausibilità: è infatti Seconda generazione a dare senso alla colossale coincidenza per cui Megatron ha cinque corpi Stunticon pronti da animare, proprio mentre Optimus Prime si appresta a usare la Matrice sugli Aerialbot: entrambe le fazioni, infatti, stanno agendo dietro ispirazione della Matrice.

G1 UK n. 90

Circuit Breaker utilizza di congegni esterni per attaccare i Cybertroniani con le proprie scariche di energia, e si serve degli uomini del RAAT per generare ulteriore interferenza, nonchè per farsi trasportare; col procedere della serie, nelle sue (rarefatte) apparizioni successive, Circuit Breaker dimostrerà una crescente autonomia: probabilmente, col suo ben noto genio, è in grado di potenziare continuamente la propria armatura (ma non sappiamo chi la finanzi!).

Jetfire parla a Donny di uno sport Cybertroniano che lui avrebbe giocato in prima persona sul pianeta Cybertron, il basketrek, sebbene Jetfire sia stato costruito sulla Terra: può essere che sia un ricordo che riemerge dalla sua precedente incarnazione di Skyfire, come visto in Segreti & Bugie n.1

Nelle cinque copertine UK di queste avventure che vi proponiamo qui è inclusa la copertina di G1 US n. 21, che la Marvel britannica ripropose con una nuova colorazione.

Indice di tutte le storie disponibili

sabato 12 dicembre 2020

Transformers '84 - Segreti & Bugie n. 3

Il blog delle Cronache di Vector Sigma presenta, in italiano e in formato PDF scaricabile:
 
 
Nel n. 2, Grimlock aveva sconfitto Shockwave sulla Terra preistorica, ma a prezzo dei suoi Dinobot, mentre i Conehead erano rimasti a bordo della Nemesi, contaminati dagli Scraplet: gli eventi divergevano quindi dalla storia che conosciamo. Ma... 

Grimlock è davvero rimasto solo sulla Terra? Oppure in agguato nell'Arca si annida un terribile nemico che metterà in crisi le forze unificate di Autobot e Decepticon, poco dopo il loro risveglio nel 1984? Come si comportanno i Conehead, e in che modo le "truppe di riserva" di Optimus Prime potranno fare la differenza?
Ma non c'è solo la Terra!
Su Cybertron, con la scomparsa dei due capi carismatici con il loro gruppo di guerrieri d'elite, le forze di entrambe le fazioni sono costrette a riassestarsi, mentre nuovi condottieri emergono: lord Straxus fa i conti con Scorponok e Thunderwing, mentre Ultra Magnus raduna intorno a sè Fortress Maximus e l'eroico Star Saber.

Note
 
Ebbene sì: come ammette lo stesso Simon Furman, Ultra Magnus non dovrebbe ancora esistere, perchè la sua genesi avviene solo nel 1986, in Obiettivo: 2006. Ma, come spieghiamo nelle note a quella saga cardine dell'epopea dei Transformer, esiste abbastanza spazio di manovra per poter mettere in scena una versione "incompleta" di Ultra Magnus, e Furman ha colto la palla al balzo.

Sempre nelle note di Obiettivo: 2006, ci sono altri dettagli mancanti in Segreti & Bugie, come il nome del generale Decepticon che spazzò via la resistenza Autobot e rase al suolo Iacon durante i quattro milioni di anni di interregno.
E sapevate che Megatron aveva designato un proprio erede e successore, ma che questi fu eliminato brutalmente? Ve ne parleremo nel prossimo ciclo di avventure G1 Marvel UK.

La disillusione di Fortress Maximus lo porterà molto tempo dopo ad abbandonare Cybertron, e Scorponok lo inseguirà, ne I Transformer: Headmasters.

Avete visto i Droidi dell'Arca nella prima saga UK dei Dinobot. Prossimamente vi riproporremo anche Auntie.

Nella squadra di Bludgeon, sono presenti i suoi più fedeli guerrieri (dal punto di vista dei fumetti G1), e cioè Stranglehold e Octopunch. In aggiunta, compaiono Ripper-Snapper e Blot dei Terrorcon (che si unirà al gruppo di Scorponok), Cindersaur dei Firecon e Afterburner degli Skyscorcher (un Decepticon della G2, noto in Europa come Snipe).

Ormai la copertina con il guerriero che brandisce la lama su cui si riflette l'avversario è un luogo comune, ma è difficile non trovare somiglianze strutturali tra la copertina di Guido Guidi e la classica (e a quei tempi originale) copertina di Incredible Hulk n. 340, in cui Todd McFarlane illustrò un Wolverine sui cui artigli si rifletteva il diabolico Hulk Grigio.

venerdì 11 dicembre 2020

G1 US: la saga degli Headmaster nn. 1-4

Coprtina di Headmasters n. 1
Nel 1987, la linea dei giocattoli Transformers va incontro a un'evoluzione che richiede un enorme sforzo creativo per motivarne le origini: la nuova infornata di modellini prevede, infatti, modalità alternative non terrestri (per la maggior parte), nonchè accessori e dispositivi particolari, come teste e armi dei robot che si trasformano a loro volta in un meccanoide. La Marvel Comics, con Bob Budiansky ai testi e il veterano Frank Springer ai disegni, produce una miniserie in quattro episodi che sposta l'azione su un altro pianeta e fa interagire i Cybertroniani con i nativi locali, dando vita a una sintesi di tecnologia e tessuti viventi che sembra attingere alla corrente letteraria del cyberpunk (che è più o meno coeva dei Transformer e che da sempre indaga sulla fusione tra uomo e macchina).
 
Il blog delle Cronache ripresenta la seconda traduzione italiana di questi quattro albi, in formato PDF scaricabile:

I Transformer Headmaster:
 
L'artista Frank Springer si trova a disegnare una serie che, presentando 62 nuovi personaggi, richiede di gestire, insieme alle trasformazioni, 132 diversi modelli grafici di riferimento: la confusione che ne deriva a livello visivo è a volte spiazzante, ma l'occhio del lettore esperto (che conosce a memoria le specifiche e l'aspetto dei cybertroniani) corregge automaticamente gli equivoci di dimensioni errate, scambi di fazione e schemi cromatici di altri personaggi.
Fatica invece a spiegarsi come mai Fortress Maximus cambi continuamente testa da una pagina all'altra, sfoggiando spesso e volentieri la testa di Cerebros. La spiegazione è probabilmente da ricercarsi nelle dimensioni di Fortress Maximus, che sono quelle di un cybertroniano medio: Bob Budiansky aveva plausibilmente l'intenzione di "ingrandire" Fortress in seguito, aggiungendo il modulo intermedio di Cerebros, di cui il cyborg (Galen) dovrebbe diventare la testa; per ora, però, Cerebros non esiste; il cyborg deve quindi agganciarsi direttamente al corpo "piccolo" di Fortress Maximus, ma lo fa trasformandosi nella testa ovoidale di Cerebros (e non in quella "cubica" di Fortress Maximus). Per il disegnatore Frank Springer deve essere stato impossibile ricordarsi che la testa del personaggio X (che NON era presente nella della serie) doveva essere applicata a quella del personaggio Y. Tutto chiaro? Sicuramente no.
 
Come l'arte di questa miniserie risulta disomogenea a causa dei ridotti tempi di lavorazione e della spaventosa messe  di personaggi da gestire, per di più con i limitati mezzi dell'epoca, così anche la sceneggiatura a volte incespica in passaggi assai poco convincenti per giustificare le scelte dei personaggi: certamente, se la Hasbro avesse concesso un po' più di tempo per la revisione dei testi, e se magari la miniserie avesse goduto di un episodio in più, sarebbe stato possibile "stirare le grinze" delle motivazioni dei personaggi, nonchè coordinare meglio l'entrata in scena dei vari sottogruppi, in una narrazione rilassata che concedesse pause di riflessione tanto ai personaggi quanto al lettore.
Anche così, comunque, Headmasters riesce a ricatturare la caratura epica della miniserie originale di The Transformers, di cui ripropone gli elementi chiave (la fuga dei pacifisti su un altro mondo, la sfiducia degli indigeni, la guerra che ne consegue), ma li sviluppa lungo direttrici nuove, in una sorta di What If...? che anticipa di decenni le storie "moderne" di incontro tra esseri umani e alieni tecnologici: a differenza dei terrestri, scientificamente arretrati, individualisti e bellicosi, nonchè incapaci di accettare il "diverso", i Nebulani sono così avanzati da aver recuperato il rapporto con la natura pur utilizzando tecnologie avveniristiche, sono capaci di respingere le vie della guerra per la strada della comprensione, accettano il sacrificio del singolo per il bene della comunità e sono disposti a sperimentare soluzioni impensabili (come la fusione carne-circuiti) per favorire la comunicazione.
Utopistico e romantico, il pianeta Nebulos sembra uscire dalla fantascienza più positivista degli anni 1950, con luoghi come la città capitale Koraja, le meraviglie naturali dei Giardini di Mercurio di Melanossus, la città del divertimento di Splendora, il laboratorio botanico del Vivaio, i Giardini della Pace Eterna (e Ristorante Macrobiotico!), nonchè i suoi organi di governo (gli Osservatori Mondiali, il Consiglio dei Pari), volti alla pace ma avvelenati (guarda caso) dalle infiltrazioni dell'aristocrazia e degli imprenditori corrotti (lord Zarak e i suoi alleati).
Nella prima edizione italiana di questa miniserie, presentata dalla Play Press, gli scorci di alcuni di questi luoghi sono andati perduti, in quanto le tavole 1 degli episodi nn. 2, 3 e 4 sono state omesse dal volumetto che raccoglieva la miniserie. Nei nostri fumetti in PDF, ovviamente, tali tavole sono state ripristinate. E le relative copertine? La copertina del n. 2 fu utilizzata per il volumetto italiano che raccoglieva la miniserie di Transformers: Il film, mentre le copertine dei nn. 3 e 4 comparvero su un paio di Raccolte degli albi della serie regolare.

Nella serie animata Sunbow, la breve Stagione 4 (La rinascita/The Rebirth) semplifica e altera il concetto Marvel degli Headmaster, trasformando Scorponok in un mero automa e identificando Fortress Maximus con Spike e Cerebros. Nella serie animata nipponica Headmasters, rivolta a un pubblico di soli bambini molto piccoli, la semplificazione si esaspera esponenzialmente, nella schematicità del contesto e nella definizione monodimensionale dei personaggi. Nell'originale concetto Marvel, tutti gli Autorobot e Decepticon di questa ondata di giocattoli sono invece veri robot Cybertroniani, compresi Fortress Maximus e Scorponok; è la situazione che incontrano sul pianeta Nebulos a spingerli a forgiare un'alleanza radicale con i nativi organici, che vengono ingegnerizzati per diventare cyborg capaci di fondersi con il robot di turno (Headmaster) di cui assumono gli engrammi mentali, oppure di diventare la sua arma (Targetmaster). Va notato il sottile parallelo: se, sulla Terra, i Transformer si "adattano" per sopravvivere assumendo l'aspetto della presunta forma di vita dominante (le macchine), su Nebulos invece i Transformer si "adattano" in modo più radicale e consapevole, fondendosi con gli indigeni.
Il concetto sembra ricalcare l'abitudine degli antichi Romani di sposare le donne dei popoli assoggettati, per creare legami che garantissero fedeltà e pace, impedendo le rivolte e stabilendo sottilmente una dominazione culturale che scaturiva dall'assimilazione ragionata di elementi locali (Autobot e Decepticon hanno quindi scelto lo stesso metodo di adattamento, ma con obiettivi ed effetti radicalmente diversi: basti vedere come Zarak impazzisce a contatto con la feroce mente di Scorponok).
 
Nella posta della serie G1 UK, Grimlock (cioè Simon Furman) spiega ai lettori che Fortress Maximus e i suoi se ne vanno da Cybertron prima degli eventi di Ritorno a Cybertron: per loro, come per la squadra di Scorponok, le figure di Opimus Prime e Megatron appartengono alla leggenda e sono morte da milioni di anni. Nonostante questo, i due gruppi dispongono di un Combiner: Computron i primi, e Abominus i secondi.
Come detto nelle note a Seconda Generazione!, ciò implica che Shockwave non abbia inventato la tecnologia Combiner sulla Terra, creando Devastator, ma si sia limitato a mettere in pratica una teoria che era stata sviluppata su Cybertron, prima ancora che l'Arca partisse. Il relativo stupore mostrato dagli Autobot in Così lontani, così vicini! è abbastanza contenuto, e sembra indicare solo una loro scarsa familiarità col concetto.
Negli eventi Cybertroniani di quattro milioni di anni fa in Segreti & Bugie n. 4, Simon Furman mette in scena Abominus, implicando che i Decepticon furono i primi a ottenere risultati pratici con la tecnologia dei Combiner. E' plausibile che, nel lungo periodo che seguì, la squadra di Fortress Maximus abbia saputo duplicare (e migliorare) la tecnologia dell'ottuso Abominus, creando il ben più intelligente Computron.

Nella linea temporale della serie animata G1, Cyclonus e Scourge saranno creati solo nel 2005, a partire dai resti di alcuni Decepticon.
Che ci fanno, quindi, nel 1987 della serie a fumetti? Se gli autori della collana madre statunitense non si preoccupano di affrontare quello che non è un paradosso (The Transformers: The Movie non è collocabile nella cronologia del fumetto), gli autori della collana britannica devono invece fare i conti con il loro tentativo di incorporare il film nella continuità, come abbiamo osservato in Obiettivo: 2006. La conseguenza sarà la genesi di un evento risolutivo finale, le cosiddette Guerre Temporali, che risolverà i paradossi creati da Galvatron e soci con i loro viaggi nel tempo.

Nella tavola di apertura, Budiansky parla di Cybertron come se fosse un essere vivente che patisce un dolore fisico a causa della guerra: ciò accade molto prima che sia sviluppato il concetto di Cybertron come involucro fisico di Primus. La prosa con cui viene esposto il tormento del pianeta è di una crudezza e stordente, lontanissima dalle sonnolente e deserte atmosfere dell'immacolato Cybertron delle prime due stagioni della serie animata G1.

Non essendo stato mostrato tutto l'equipaggio dello Steelhaven e dell'astronave Decepticon, questi due vascelli fungeranno da "scusa narrativa" per portare in scena gran parte dei personaggi delle annate 1987 e 1988 (specialmente i Pretender e i Powermaster Autobot).

Se i gruppi ufficialmente presenti in questa miniserie sono gli Headmasters, i Targetmaster, i Technobot, i Terrorcon, gli Horrorcon e i Monsterbot, è anche vero che in alcune tavole compaiono fuggevolmente (e mal colorati) anche altri personaggi che nel fumetto non sono mai chiamati per nome: Cog, FastTrak, Sixshot e i Duocon Flywheels e Battletrap.
Flywheel comparirà nuovamente su Cyberyron nelle successive storie G1 UK, mentre Battletrap sarà ancora coi Decepticon di Scorponok sulla Terra, nelle vicende G1 US.

Il bizzarro aspetto di Cyclonus nelle prime scene in cui compare è dovuto a un errore del disegnatore, che lo ha confuso con Nightstick, il suo compagno Targetmaster, e lo ha disegnato grande quando un Transformer medio. Nella ristampa G1 UK, dove Cyclonus è già noto ai lettori da tempo, questo errore  viene attenuato cambiando nome al personaggio, che diventa quindi Krunix.

Cosa ne è stato delle "teste originali" degli Headmaster? Nei fumetti G1 US e UK non se ne parla più. Nella storia di solo testo La saga degli Headmaster pubblicata nell'Annual UK 1987, che rinarra la saga in questione alterandone alcuni eventi e aggiungendone altri (fuori continuità?), si afferma che Fortress Maximus inserisce la propria testa originale in uno scomparo del torace. Molti anni dopo, in Rigenerazione Uno, Simon Furman recupera le teste originali delle due squadre, ripristinando quindi i meccanoidi originali (compresi quelli eroicamente e memorabilmente morti nella loro versione a legame binario). Questo "ritorno alle origini" giustifica la diversa caratterizzazione degli stessi personaggi.

Esistono altri tre episodi dedicati al cast di Headmasters: sono stati prodotti per la saga G1 UK, e li presenteremo prossimamente.



mercoledì 9 dicembre 2020

G1 UK nn. 78-78 - Obiettivo: 2006

edizione Titan Books
Nel 1986, la Hasbro britannica chiede nuovamente alla Marvel locale di promuovere la nuova ondata di modellini dei Transformer, come è già successo con le Squadre Speciali: il film The Transformers: The Movie è già stato distribuito negli Stati Uniti, ma arriverà nel Regno Unito solo a inizio 1987, per cui qualcuno ha deciso che è necessario avere almeno un medium a larga diffusione in cui compaiano i personaggi relativi.
 Il supervisore della testata The Transformers, Ian Rimmer, coglie al volo l'occasione di creare questa interazione tra fumetti e modellini: utilizzando come base la sceneggiatura originale del film, e dichiarando audacemente che il film in questione era ambientato nello stesso futuro della linea temporale del fumetto (nonostante le già consistenti divergenze con la serie animata del "presente"), gli autori Marvel UK, guidati dall'immancabile Simon Furman, producono quindi la memorabile saga in undici parti di Obiettivo: 2006, che non si limita a connettere il futuro con il presente attraverso l'immancabile meccanismo del viaggio temporale, ma getta anche le basi per conferire alla serie UK quella distintività definitiva che le è finora mancata.
Si è infatti conclusa l'epoca delle storie ricavate da sottotrame abbandonate e omissioni della testata madre statunitense: con Obiettivo: 2006, Furman definisce un doppio cast (del futuro del 2006 e del Cybertron odierno) che, come gli scenari in cui si muove, da qui in poi diventerà una presenza fissa e autonoma delle sempre più epiche saghe che seguiranno, definendo la geografia del mondo del futuro e del presentre cybertroniano (che la Marvel US mostrerà solo raramente) in maniera indipendente, originale, riccamente drammatica e maestosamente articolata.
 
Ecco quindi, raccolti in PDF, tutti gli episodi della prima collisione tra tra il futuro e il presente, con i "nuovi capi", l'astuzia di Unicron, l'insurrezione della Resistenza Autobot su Cybertron, i Wrecker e una girandola di colpi di scena a cui si unisce l'inatteso intermezzo di solo testo che illustra a grandi linee gli eventi cybetroniani chiave verificatisi nel quattro milioni di anni successivi alla partenza dell'Arca.

Obiettivo: 2006

La saga continua con: G1 US nn. 21-23

Annotazioni post-lettura
 
Come mai la vicenda del futuro del film animato è ambientata nel 2006, e non nel 2005? Perchè il 2006 è l'anno menzionato nella suddetta sceneggiatura originale che fu utilizzata dagli autori Marvel UK, i quali non avevano ancora visto il film quando realizzarono la sceneggiatura di Obiettivo: 2006.
Questo dettaglio cruciale, insieme alla difficoltà di collocare con precisione il momento in cui i Decepticon e gli Autobot del futuro balzano indietro nel tempo fino all'anno 1986, contribuisce a sostenere la tesi per cui il futuro del 2006 in questione non è lo stesso di The Transformers: The Movie, ma è quello di una linea temporale alternativa, che da qui in poi continuerà infatti a svilupparsi in maniera autonoma (pur mantenendo certi capisaldi, come Rodimus Prime o l'ascesa dei Quintesson).
2006 è invece l'anno in cui si svolge la Stagione 3 della serie animata G1, come concepita negli Stati Uniti e poi importata in Italia; il suo successivo riadattamento nipponico è stato arbitrariamente traslato nell'anno 2010 e rimaneggiato a livello di testi e di contenuti; in Italia, esso non è mai comparso.

La scelta di incorporare il cast di The Transformers: The Movie nella Marvel UK serie derivò dalla consapevolezza che, negli USA, lo sceneggiatore Bob Budiansky non era intenzionato ad includere alcuno dei personaggi relativi nelle storie da lui scritte: ciò diede a Furman la completa libertà di fare ciò che più gli pareva con Galvaltron, Hot Rod, Cyclonus, Kup e gli altri personaggi che compariranno nelle avventure successive. 
Resta ovviamente la questione dei cinque personaggi che furono poi riciclati come Targetmaster: ne parleremo a breve, ripresentando in anticipo la miniserie I Transformer Headmaster.

Ultra Magnus giunge sulla Terra usando un prototipo del Ponte Spaziale dello scienziato neutrale Spanner, comparso nella seminale doppia storia di Ritorno a Cybertron; non si sa come gli Autobot ne siano entrati in possesso, ma si suppone che Spanner stesse lavorando a questo prototipo prima di essere catturato dai Decepticon, e che gli Autobot siano riusciti a impadronirsene prima dei loro nemici.
Non ne abbiamo parlato finora, ma Spanner è un'altra importante innovazione introdotta da Bob Budiansky, in quanto rappresenta quei Cybertroniani che hanno rifiutato di schierarsi nella guerra civile che sta devastando il pianeta
 
Negli editoriali della rivista britannica compaiono le schede di presentazione dei nuovi capi: in quella di Ultra Magnus si afferma che questo Autobot è stato costruito appositamente per Operazione: Vulcano, dandogli vita tramite la Fiamma della Matrice (che non sarà mai più ripresa in alcuna storia). Questo dettaglio si scontra con Transformers '84, dove Ultra Magnus è in circolazione già ai tempi della partenza dell'Arca, e conosce personalmente Optimus Prime (alla fine di Obiettivo: 2006, invece, sembra dispiacersi di non poterlo incontrare per la prima volta, ma il dialogo è abbastanza vago da non essere vincolante). Simon Furman ha spiegato di non considerare canonico il profilo di solo testo del personaggio; inoltre, in Segreti & Bugie n. 3 Magnus afferma di non essere "l'articolo finito", lasciando intendere che è stato attivato prima del dovuto (e chissà cosa ne sarà di lui nei quattro milioni di anni a venire).
Siccome, sempre in Segreti & Bugie n. 3, Furman cita direttamente Cybertron: Gli anni intermedi, pare assodato che anche il trionfo del condottiero Trannis faccia parte della continuità narrativa che Furman sta sviluppando. Può quindi darsi che, nel fare strage delle forze Autobot, Trannis abbia anche sfiorato la distruzione completa di Ultra Magnus, tanto che Emirate Xaaron e soci lo hanno poi dovuto ricostruire (con le memorie incomplete) nel 1986.

Trannis in Seeds of Deception
A proposito di Trannis: questo condottiero Decepticon compare solo nel testo del suddetto Cybertron: Gli anni intermedi, senza mai essere illustrato nè ripreso in altri fumetti G1.
Nel sito di TfWiki.net, il nome Trannis viene attribuito (arbitrariamente) a uno dei precursori dei Decepticon visti nella saga Five Faces of Darkness della serie animata G1.
Nel fumetto amatoriale Seeds Of Deception (presentato sul vecchio sito delle Cronache col titolo I semi dell'inganno), lunga saga che fa da preludio a Transformers: The War Within, Trannis gioca un ruolo fondamentale durante l'Età dell'Oro, nel costruire e orientare il Movimento Clandestino da cui nasceranno i Decepticon.
 
Emirate Xaaron, Iacon e il Tempio Celestiale sono stati introdotti nella storia E là giungerà... un capo! (Annual UK del 1985) che ripresenteremo a breve. L'Autobase invece prende il nome dalla omonima sede della Resistenza di Perceptor vista in Ritorno a Cybertron.

La catena di comando Autobot: scomparsi Optimus Prime, Prowl e Ratchet (che già nei fumetti USA avevano preso il comando in assenza di Optimus Prime), il ruolo di capo supplente ricade su Jazz, coerentemente con le gerarchie stabilite negli editoriali di G1 UK n. 53. Sempre per via di questo articolo, in seguito all'orrendo destino che annienta Jazz il fardello del comando si posa poi su Jetfire.

Come mai si parla di Lord Straxus come se fosse ancora vivo? La risposta nel successivo ciclo G1 UK, "Preda".

Starscream, Frenzy e Thundercracker fuggono dalla loro prigione di stasi nell'Arca, in cui erano finiti in seguito agli eventi di G1 US n. 19, e gli ultimi due non vi faranno più ritorno: questa leggera discontinuità si protrarrà fino a G1 US n. 41, dove tutti i Decepticon prigionieri dell'Arca saranno liberati (si può desumere che i fuggiaschi saranno stati ricatturati nel frattempo in un evento "mai narrato").

Mirage è una delle vittime di Obiettivo: 2006 che esce di scena anche nella serie UK, dopo essere finito tra le vittime non dichiarate della serie madre statunitense. Come quasi tutti gli altri, però, anche Mirage non è morto: giace nell'Arca in attesa di essere riparato e di far parte del gran ritorno futuro (nel già citato G1 US n. 41, numerosi Autobot caduti torneranno in scena per la battaglia sulla Luna).
Anche Jazz e Trailbreaker sono vittime dello stesso fato, ma Jazz si rmetterà quel che basta partecipare ad almeno una storia natalizia G1 UK.

Il gruppo dei più letali assassini Decepticon contempla personaggi residenti su Cybertron, ma destinati a spostarsi sulla Terra: i Conehead, gli Insecticon e persino i Triple Changer (che non compariranno nelle storie G1 US ancora per molti albi).
Nell'epilogo compare anche Macabre, che perisce immediatamente, e che sarà poi ripreso con tutt'altro ruolo nel fumetto amatoriale Magnificent Crisis, ambientato nella continuità della cosiddetta G1 -Azione.
Macabre torna anche nel fumetto amatoriale The Untold Marvels (visto sul vecchio sito delle Cronache col nome Le meraviglie mai narrate), dove viene riportato in funzione da Unicron per prepararne l'avvento su Cybertron.

Come mai Omega Supreme non partecipa alla battaglia contro Galvatron? Smokescreen lo menziona, ma nessuno chiede il suo aiuto: è possibile che Omega, creato solo recentemente, sia così ligio al suo ruolo di difensore dell'Arca da non volerne sapere di passare al ruolo di assalitore di un nemico situato altrove.

Nella versione originale, Cyclonus sembra affermare di essere stato creato a partire dai resti di un Decepticon di nome Life Spark (Scintilla Vitale): a quanto pare, Furman fraintese la sceneggiatura originale del film, che sosteneva che Cyclonus era stato creato a partire dalla "forza vitale senza corpo" di un Decepticon defunto da tempo.

Chi segue la miniserie La vendetta del Caduto: Nefasto, noterà il parallelo tra la struttura narrativa del suo secondo capitolo e quella di  G1 UK n. 81: in entrambi i casi, un Autobot (Optimus Prime e Ironihide) narra la vicenda in prima persona, partendo in media res e riassumendola coi flashback, mentre si prepara a siglare il proprio destino forgiando un'alleanza folle con un Decepticon pericolosissimo (Soundwave e Megatron).

L'astronave Decepticon che orbita intorno alla Terra da quattro milioni di anni non ha l'aspetto (intra)visto a malapena in G1 US n. 1, ma quello della sua controparte animata (nota a posteriori come Nemesi). Segreti & Bugie n. 1, nel narrare gli eventi inediti della partenza dell'Arca da Cybertron, utilizzerà a sua volta questo modello della Nemesi.
 
I Wrecker sono:  Impactor (il capo), Roadbuster, Whirl, Twin-Twist, Topspin, e Rack'n'Ruin. Si uniscono a essi Broadside, Sandstorm, and Springer.
Impactor e Rack'n'Ruin sono altri due Transformer creati appositamente per i fumetti, e quindi privi di un loro modellino. Per Impactor, destinato a diventare molto popolare tra i fan, le cose sono cambiate in anni recenti.

Impactor non riconosce i TripleChanger Autobot, pur avendoli incontrati almeno una volta in Segreti & Bugie n. 2. Probabilmente il distintivo Decepticon indossato dal terzetto non è un semplice pezzo di  metallo, ma contiene una tecnologia che impedisce il riconoscimento di chi la indossa.

Anche questa volta vi proponiamo una copertina aggiuntiva, tratta dalla lussuosa edizione in formato graphic novel di Obiettivo: 2006 da parte della britannica Titan Books.



giovedì 3 dicembre 2020

G1 -Azione: Foriero di Tempesta nn. 1-4

Nel 2006, negli Stati Uniti viene pubblicata  la miniserie in sei numeri (preceduta da un numero zero del 2005) Infiltrazione, in cui lo scrittore Simon Furman e l'artista E.J Su rileggono l'avvento dei Transformer originali (i cosiddetti G1) sulla Terra, per conto della casa editrice IDW.
Tre giovani umani abbastanza emarginati (Verity Carlo, Hunter O'Nion e Jimmy Pink) fanno amicizia con l'Autobot Ratchet, e si trovano risucchiati in una Guerra Fredda tra due fazioni di Cybertroniani che si nascondono sulla Terra ormai da qualche tempo. Nonostante gli Autobot e i Decepticon agiscano soprattutto per mantenere nascosta la propria presenza sul pianeta, la situazione degenera fino a sfociare in una battaglia tra Megatron e Starscream, per il controllo di un minerale terrestre capace di alimentare i cybertroniani come poche altre forme di energia. Dietro le quinte, si muove anche un'organizzazione umana, la Macchinazione, consapevole della presenza dei cybertroniani sulla Terra e interessata a trarne vantaggio.
L'importanza degli eventi è tale da aver portato sulla Terra il comandante Autobot: Optimus Prime. E' col suo ingresso in scena che si chiude la miniserie Infiltrazione, che è stata pubblicata anche in Italia, in formato cartaceo.

Nella miniserie successiva, Simon Furman si accompagna all'artista Don Figueroa per raccontare in cosa era impegnato Optimus Prime, prima di giungere sulla Terra. Don Figueroa aveva già collaborato con Simon Furman anni prima, per realizzare la miniserie I Transformer: La Guerra Interiore, per conto della casa editrice Dreamwave, con la quale i due autori avevano per la prima volta in assoluto raccontato l'epoca cybertroniana della Guerra Civile, con l'ascesa al potere di Optimus Prime e il palesarsi della minaccia di Megatron, ridisegnando tutti i personaggi e le loro modalità in chiave cybertroniana.
In questa nuova miniserie, l'atmosfera fantascientifica e la cura maniacale nel rielaborare tutti i Transformer noti con aspetto e modalità non terrestri (come si vede dalle copertine) sono le stesse del precedente lavoro, e il risultato è altrettanto spettacolare e memorabile, tanto che sembra di leggere la conclusione de La Guerra Interiore. Si tratta di...

Foriero di tempesta: n. 1 - n. 2n. 3 - n. 4
 
Il blog delle Cronache di Vector Sigma ripropone la traduzione italiana che fu prodotta quando divenne chiaro che, in Italia, null'altro di questa saga sarebbe stato più tradotto. In aggiunta all'edizione originale, i PDF presentano anche le quattro copertine doppie, opportunamente "tradotte". Essendo state concepite da Don Figueroa come un'unica colossale illustrazione, le abbiamo riunite nell'immagine che accompagna questa entrata. In questo epico affresco trovano risalto i protagonisti della miniserie (Jetfire, i Technobot, Optimus Prime, i Predacon, i Wrecker), ma c'è anche spazio per mostrare una quantità di altri personaggi, che vanno da Omega Supreme a Ultra Magnus, dai (futuri) Headmaster ai (futuri) Targetmaster, in un tripudio di bilanciata reinvenzione grafica e bellezza delle proporzioni che è rimasto ineguagliato.

Note

Oltre alla propria numerazione autonoma, Foriero di Tempesta presenta anche una "numerazione globale" con cui si incastra nell'epopea della nuova G1: le vengono attribuiti i numeri 7-8-9-10, che la rendono quindi ufficialmente il seguito (anche se in forma di flashback) di Infiltrazione.
 
Ad essa fa seguito Intensificazione, il cui suffisso (-azione) ritorna periodicamente fino al finale di Rivelazione, e identifica comunemente l'intera epopea.

Nebulos è il pianeta degli alieni organici con cui i Transformer originali si fondono binariamente per dare origine agli Headmaster, ai Targetmaster e ai Powermaster. Nei fumetti G1, i Nebulani sono pressochè identici ai terrestri; nella serie animata G1, invece, hanno occhi gialli e pelle verde.

Bludgeon e i suoi seguaci sono tutti personaggi Pretender; qui non possiedono ancora un involucro esterno, ma le loro modalità di robot sono state ridisegnate per includere elementi tipici dei loro futuri involucri.

Thunderwing è ora il creatore della tecnologia Pretender (mentre nei fumetti G1 essa era accreditata a Scorponok), e il fattore scatenante del disastro Cybertroniano (così come nei fumetti G1 fu lui a ricondurre la Matrice Malvagia su Cybertron).

I Droidi Centurion sono una sintesi dei Droidi visti nell'episodio "La chiave di Vector Sigma" della serie animata G1 e il meccanoide Centurion dei fumetti G1 UK.

Le trasmissioni di Ironhide e Megatron si riagganciano a quanto visto nel quarto e quindi capitolo di Infiltrazione.