martedì 17 novembre 2020

G1 US nn. 13-16: tornano i comandanti Decepticon, e arrivano i rinforzi Autobot!

Copertina UK n. 51 per US n. 13
A cavallo tra il 1985 e il 1986, la serie Marvel statunitense di The Transformers (abbreviata in G1 US) entra nel suo secondo anno di vita. Lo sceneggiatore Bob Budiansky, saldamente al comando, dimostra di avere un forte controllo della narrazione, oltre che una propensione a fare gioco di squadra (è lui a fornire alla Marvel Britannica i piani narrativi della serie, consentendo ai colleghi di Oltremanica di scrivere numerose storie che integrano il suo ciclo "madre", come abbiamo visto con i Dinobot).
Nel primo anno di vita della serie, Budiansky ha stabilito e stravolto (quasi contemporaneamente) le premesse della situazione dei Cybertroniani sulla Terra, spiazzando continuamente il lettore con la scomparsa dei capi carismatici e i continui fallimenti incassati dagli Autobot, osteggiati tanto dai Decepticon quanto dagli umani che vorrebbero proteggere.
 
 
Proseguendo il suo approccio originale alla narrazione, Budiansky prepara il ritorno in scena di Megatron e di Shockwave: se per il secondo si tratta di normale ammistrazione, con un'avventura che sembra tratta dalla serie animata nella semplicità del piano dei Decepticon (US n. 14), per Megatron si tratta invece di un'esperienza al fianco di un umano che compie un ciclo di caduta in disgrazia e rinascita, tipico della Marvel... la quale lo lascia completamente indifferente, eccetto che per il riconoscimento del coraggio della carne in questione. E' notevole la differenza tra questo  Megatron (come quello della serie animata G1), rispetto alle produzioni di autori successivi (dalla Dreamwave in poi) i cui autori, non sapendo come gestire un personaggio così alieno e potente, ricorreranno alla disperata non-soluzione di umanizzarlo, attribuendogli motivazioni "giuste" o facendolo abbassare al livello di imbarcarsi in schermaglie verbali con le carni.
 
Copertina UK n. 53 per US n. 14
 
Bob Budiansky deve però anche obbedire ai dettami della Hasbro, che vuole principalmente due cose: una narrazione possibilmente appiattita su un pubblico molto giovane, come accade appunto per la serie animata ambientata nel presente, e una continua pubblicità per i nuovi modellini.
Oltre alle trame che ricordano quindi gli episodi autoconclusivi della serie animata, ecco che la narrazione assume anche un tono ironico, come accade quando Bumblebee fa da docente ai nuovi Autobot, o quando l'organizzazione governativa Tripla I assume un autore di una casa editrice di fumetti (l'indirizzo newyorkese è quello della Marvel) per mettere in scena un inganno mediatico con cui evitare l'isteria dell'opinione pubblica davanti all'invasione di meccanoidi alieni. Ma attenzione: per quanto l'inetto e avido scrittore tabagista Donny Finkleberg sia una parodia del supervisore/scrittore Dany Fingeroth, nelle sue parole da buffone senza dignità c'è anche un sottotesto socio-critico che funziona ancora adesso, a 35 anni di distanza.
Copertina UK n. 53 per US n. 15

La promozione di nuovi modellini si traduce nel subitaneo ingresso in scena di una sfornata di Autobot, che Budiansky giustifica come una necessità bellica, conseguenza della prima delle tante stragi di modellini vecchi che costellano la serie. La scusa tecnologica alla base della loro comparsa sarà ripresa nel 2020 da Simon Furman, che nella miniserie Transformers '84: Segreti e bugie (di cui vi abbiamo appena proposto il n. 1) mette in scena proprio le versioni cybertroniane dei guerrieri di riserva dell'Arca (Smokescreen, Skids, Grapple, Hoist, Tracks). Vale la pena di notare che in questo gruppo mancano Red Alert e Inferno; Red Alert compare nei fumetti Marvel ambientati nel presente solo in seguito a errori degli autori, ma avrà un suo momento di gloria nel futuro alternativo della saga G1 Marvel UK; Inferno, trascurato del tutto dalla produzione statunitense, è invece coinvolto nelle trame del versante britannico.
Il titolo "Io, Robot-Master" è un'omaggio all'antologia di racconti "Io, Robot" del maestro della fantascienza Isaac Asimov, di cui consigliamo caldamente l'opera, per vedere robot scritti come robot e non come esseri umani rivestiti di metallo.
 
Copertina UK n. 57 per US n. 16
 
Il nostro quartetto di storie si chiude con un episodio riempitivo in cui esordiscono alcuni autori destinati poi a farsi apprezzare altrove. Lo sceneggiatore Len Kaminski, già qui palesemente affascinato dal cyberpunk (da notare Thundercracker che si "inebria" assorbendo nuovi dati), darà poi nuova vita alla serie di Iron Man, e creerà il particolare Ghost Rider 2099, in entrambi i casi attingendo a piene mani alla fantascienza cibernetica degli anni 1990. Il disegnatore Graham Nolan diventerà poi un artista del Batman della DC Comics, per il quale illustrerà molti episodi tra i quali anche alcune vicende chiave per la mitologia del personaggio. L'inchiostratore Tom Morgan lavorerà per numerose testate della Marvel, tra cui anche Iron Man di Len Kaminsky, facendosi notare per il suo tratto muscolare e ipercinetico, tipico degli anni 1990.
Questo episodio fu realizzato all'ultimo momento, come si arguisce da alcuni errori che Bob Budiansky non avrebbe commesso (Prowl è ancora attivo, per esempio; ma forse si tratta di Bluestreak; il monte St. Hilary viene collocato nel Wisconsin, invece che nell'Oregon; Shockwave e i suoi guerrieri risiedono in una base mai vista prima, che, nella serie UK, verrà fatta coincidere con la Fortezza Decepticon vista nei numeri 1-4). Il suo scopo era sostituire un altro racconto riempitivo, perchè troppo datato: intitolato The Love Bug, era dedicato a Bumblebee ed era opera di Peter David, William Johnson e Kyle Baker; purtroppo, le sue tavole risultano perdute.
Il piano di Shockwave, che prevede di sfruttare una qualche unica tecnologia di Bumblebee, resta avvolto nel mistero e non viene mai più ripreso: è difficile però non notare che, in "Crisi di comando!" (UK nn. 42-43-44), Soundwave compie a sua volta uno sforzo erculeo per sequestrare Bumblebee (sebbene giustifichi il suo piano con motivazioni diverse, che a una seconda analisi non reggono minimamente). Quale segreto nasconde questo Minibot, che in seguito Wreck-Gar ha voluto ricostruire personalmente e ci è riuscito senza fatica?

2 commenti:

  1. Ciao, non riesco a scaricare G1 US n. 14, forse il link è sbagliato (https://docdro.id/PXydZ5m). Grazie per quello che fate!

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    1. Grazie a te della segnalazione: con un po' di ritardo, abbiamo corretto il link.

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