venerdì 11 dicembre 2020

G1 US: la saga degli Headmaster nn. 1-4

Coprtina di Headmasters n. 1
Nel 1987, la linea dei giocattoli Transformers va incontro a un'evoluzione che richiede un enorme sforzo creativo per motivarne le origini: la nuova infornata di modellini prevede, infatti, modalità alternative non terrestri (per la maggior parte), nonchè accessori e dispositivi particolari, come teste e armi dei robot che si trasformano a loro volta in un meccanoide. La Marvel Comics, con Bob Budiansky ai testi e il veterano Frank Springer ai disegni, produce una miniserie in quattro episodi che sposta l'azione su un altro pianeta e fa interagire i Cybertroniani con i nativi locali, dando vita a una sintesi di tecnologia e tessuti viventi che sembra attingere alla corrente letteraria del cyberpunk (che è più o meno coeva dei Transformer e che da sempre indaga sulla fusione tra uomo e macchina).
 
Il blog delle Cronache ripresenta la seconda traduzione italiana di questi quattro albi, in formato PDF scaricabile:

I Transformer Headmaster:
 
L'artista Frank Springer si trova a disegnare una serie che, presentando 62 nuovi personaggi, richiede di gestire, insieme alle trasformazioni, 132 diversi modelli grafici di riferimento: la confusione che ne deriva a livello visivo è a volte spiazzante, ma l'occhio del lettore esperto (che conosce a memoria le specifiche e l'aspetto dei cybertroniani) corregge automaticamente gli equivoci di dimensioni errate, scambi di fazione e schemi cromatici di altri personaggi.
Fatica invece a spiegarsi come mai Fortress Maximus cambi continuamente testa da una pagina all'altra, sfoggiando spesso e volentieri la testa di Cerebros. La spiegazione è probabilmente da ricercarsi nelle dimensioni di Fortress Maximus, che sono quelle di un cybertroniano medio: Bob Budiansky aveva plausibilmente l'intenzione di "ingrandire" Fortress in seguito, aggiungendo il modulo intermedio di Cerebros, di cui il cyborg (Galen) dovrebbe diventare la testa; per ora, però, Cerebros non esiste; il cyborg deve quindi agganciarsi direttamente al corpo "piccolo" di Fortress Maximus, ma lo fa trasformandosi nella testa ovoidale di Cerebros (e non in quella "cubica" di Fortress Maximus). Per il disegnatore Frank Springer deve essere stato impossibile ricordarsi che la testa del personaggio X (che NON era presente nella della serie) doveva essere applicata a quella del personaggio Y. Tutto chiaro? Sicuramente no.
 
Come l'arte di questa miniserie risulta disomogenea a causa dei ridotti tempi di lavorazione e della spaventosa messe  di personaggi da gestire, per di più con i limitati mezzi dell'epoca, così anche la sceneggiatura a volte incespica in passaggi assai poco convincenti per giustificare le scelte dei personaggi: certamente, se la Hasbro avesse concesso un po' più di tempo per la revisione dei testi, e se magari la miniserie avesse goduto di un episodio in più, sarebbe stato possibile "stirare le grinze" delle motivazioni dei personaggi, nonchè coordinare meglio l'entrata in scena dei vari sottogruppi, in una narrazione rilassata che concedesse pause di riflessione tanto ai personaggi quanto al lettore.
Anche così, comunque, Headmasters riesce a ricatturare la caratura epica della miniserie originale di The Transformers, di cui ripropone gli elementi chiave (la fuga dei pacifisti su un altro mondo, la sfiducia degli indigeni, la guerra che ne consegue), ma li sviluppa lungo direttrici nuove, in una sorta di What If...? che anticipa di decenni le storie "moderne" di incontro tra esseri umani e alieni tecnologici: a differenza dei terrestri, scientificamente arretrati, individualisti e bellicosi, nonchè incapaci di accettare il "diverso", i Nebulani sono così avanzati da aver recuperato il rapporto con la natura pur utilizzando tecnologie avveniristiche, sono capaci di respingere le vie della guerra per la strada della comprensione, accettano il sacrificio del singolo per il bene della comunità e sono disposti a sperimentare soluzioni impensabili (come la fusione carne-circuiti) per favorire la comunicazione.
Utopistico e romantico, il pianeta Nebulos sembra uscire dalla fantascienza più positivista degli anni 1950, con luoghi come la città capitale Koraja, le meraviglie naturali dei Giardini di Mercurio di Melanossus, la città del divertimento di Splendora, il laboratorio botanico del Vivaio, i Giardini della Pace Eterna (e Ristorante Macrobiotico!), nonchè i suoi organi di governo (gli Osservatori Mondiali, il Consiglio dei Pari), volti alla pace ma avvelenati (guarda caso) dalle infiltrazioni dell'aristocrazia e degli imprenditori corrotti (lord Zarak e i suoi alleati).
Nella prima edizione italiana di questa miniserie, presentata dalla Play Press, gli scorci di alcuni di questi luoghi sono andati perduti, in quanto le tavole 1 degli episodi nn. 2, 3 e 4 sono state omesse dal volumetto che raccoglieva la miniserie. Nei nostri fumetti in PDF, ovviamente, tali tavole sono state ripristinate. E le relative copertine? La copertina del n. 2 fu utilizzata per il volumetto italiano che raccoglieva la miniserie di Transformers: Il film, mentre le copertine dei nn. 3 e 4 comparvero su un paio di Raccolte degli albi della serie regolare.

Nella serie animata Sunbow, la breve Stagione 4 (La rinascita/The Rebirth) semplifica e altera il concetto Marvel degli Headmaster, trasformando Scorponok in un mero automa e identificando Fortress Maximus con Spike e Cerebros. Nella serie animata nipponica Headmasters, rivolta a un pubblico di soli bambini molto piccoli, la semplificazione si esaspera esponenzialmente, nella schematicità del contesto e nella definizione monodimensionale dei personaggi. Nell'originale concetto Marvel, tutti gli Autorobot e Decepticon di questa ondata di giocattoli sono invece veri robot Cybertroniani, compresi Fortress Maximus e Scorponok; è la situazione che incontrano sul pianeta Nebulos a spingerli a forgiare un'alleanza radicale con i nativi organici, che vengono ingegnerizzati per diventare cyborg capaci di fondersi con il robot di turno (Headmaster) di cui assumono gli engrammi mentali, oppure di diventare la sua arma (Targetmaster). Va notato il sottile parallelo: se, sulla Terra, i Transformer si "adattano" per sopravvivere assumendo l'aspetto della presunta forma di vita dominante (le macchine), su Nebulos invece i Transformer si "adattano" in modo più radicale e consapevole, fondendosi con gli indigeni.
Il concetto sembra ricalcare l'abitudine degli antichi Romani di sposare le donne dei popoli assoggettati, per creare legami che garantissero fedeltà e pace, impedendo le rivolte e stabilendo sottilmente una dominazione culturale che scaturiva dall'assimilazione ragionata di elementi locali (Autobot e Decepticon hanno quindi scelto lo stesso metodo di adattamento, ma con obiettivi ed effetti radicalmente diversi: basti vedere come Zarak impazzisce a contatto con la feroce mente di Scorponok).
 
Nella posta della serie G1 UK, Grimlock (cioè Simon Furman) spiega ai lettori che Fortress Maximus e i suoi se ne vanno da Cybertron prima degli eventi di Ritorno a Cybertron: per loro, come per la squadra di Scorponok, le figure di Opimus Prime e Megatron appartengono alla leggenda e sono morte da milioni di anni. Nonostante questo, i due gruppi dispongono di un Combiner: Computron i primi, e Abominus i secondi.
Come detto nelle note a Seconda Generazione!, ciò implica che Shockwave non abbia inventato la tecnologia Combiner sulla Terra, creando Devastator, ma si sia limitato a mettere in pratica una teoria che era stata sviluppata su Cybertron, prima ancora che l'Arca partisse. Il relativo stupore mostrato dagli Autobot in Così lontani, così vicini! è abbastanza contenuto, e sembra indicare solo una loro scarsa familiarità col concetto.
Negli eventi Cybertroniani di quattro milioni di anni fa in Segreti & Bugie n. 4, Simon Furman mette in scena Abominus, implicando che i Decepticon furono i primi a ottenere risultati pratici con la tecnologia dei Combiner. E' plausibile che, nel lungo periodo che seguì, la squadra di Fortress Maximus abbia saputo duplicare (e migliorare) la tecnologia dell'ottuso Abominus, creando il ben più intelligente Computron.

Nella linea temporale della serie animata G1, Cyclonus e Scourge saranno creati solo nel 2005, a partire dai resti di alcuni Decepticon.
Che ci fanno, quindi, nel 1987 della serie a fumetti? Se gli autori della collana madre statunitense non si preoccupano di affrontare quello che non è un paradosso (The Transformers: The Movie non è collocabile nella cronologia del fumetto), gli autori della collana britannica devono invece fare i conti con il loro tentativo di incorporare il film nella continuità, come abbiamo osservato in Obiettivo: 2006. La conseguenza sarà la genesi di un evento risolutivo finale, le cosiddette Guerre Temporali, che risolverà i paradossi creati da Galvatron e soci con i loro viaggi nel tempo.

Nella tavola di apertura, Budiansky parla di Cybertron come se fosse un essere vivente che patisce un dolore fisico a causa della guerra: ciò accade molto prima che sia sviluppato il concetto di Cybertron come involucro fisico di Primus. La prosa con cui viene esposto il tormento del pianeta è di una crudezza e stordente, lontanissima dalle sonnolente e deserte atmosfere dell'immacolato Cybertron delle prime due stagioni della serie animata G1.

Non essendo stato mostrato tutto l'equipaggio dello Steelhaven e dell'astronave Decepticon, questi due vascelli fungeranno da "scusa narrativa" per portare in scena gran parte dei personaggi delle annate 1987 e 1988 (specialmente i Pretender e i Powermaster Autobot).

Se i gruppi ufficialmente presenti in questa miniserie sono gli Headmasters, i Targetmaster, i Technobot, i Terrorcon, gli Horrorcon e i Monsterbot, è anche vero che in alcune tavole compaiono fuggevolmente (e mal colorati) anche altri personaggi che nel fumetto non sono mai chiamati per nome: Cog, FastTrak, Sixshot e i Duocon Flywheels e Battletrap.
Flywheel comparirà nuovamente su Cyberyron nelle successive storie G1 UK, mentre Battletrap sarà ancora coi Decepticon di Scorponok sulla Terra, nelle vicende G1 US.

Il bizzarro aspetto di Cyclonus nelle prime scene in cui compare è dovuto a un errore del disegnatore, che lo ha confuso con Nightstick, il suo compagno Targetmaster, e lo ha disegnato grande quando un Transformer medio. Nella ristampa G1 UK, dove Cyclonus è già noto ai lettori da tempo, questo errore  viene attenuato cambiando nome al personaggio, che diventa quindi Krunix.

Cosa ne è stato delle "teste originali" degli Headmaster? Nei fumetti G1 US e UK non se ne parla più. Nella storia di solo testo La saga degli Headmaster pubblicata nell'Annual UK 1987, che rinarra la saga in questione alterandone alcuni eventi e aggiungendone altri (fuori continuità?), si afferma che Fortress Maximus inserisce la propria testa originale in uno scomparo del torace. Molti anni dopo, in Rigenerazione Uno, Simon Furman recupera le teste originali delle due squadre, ripristinando quindi i meccanoidi originali (compresi quelli eroicamente e memorabilmente morti nella loro versione a legame binario). Questo "ritorno alle origini" giustifica la diversa caratterizzazione degli stessi personaggi.

Esistono altri tre episodi dedicati al cast di Headmasters: sono stati prodotti per la saga G1 UK, e li presenteremo prossimamente.



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