lunedì 30 novembre 2020
Transformers '84 - Segreti & Bugie n. 2
sabato 28 novembre 2020
G1 UK nn. 74-77: Nell'interesse della nazione
G1 UK n. 74 |
G1 UK n. 75 |
G1 UK n. 76 |
G1 UK n. 77 |
G1 US nn. 17-20: Ritorno a Cybertron
G1 Marvel UK n. 68 (v2) |
G1 Marvel UK n. 68 |
G1 Marvel UK n. 67 |
G1 Marvel UK n. 70 |
G1 Marvel UK n. 72 |
venerdì 20 novembre 2020
G.I. Joe e Transformer n. 4
Annotazioni post-lettura
Se sulla carta l'idea di presentare questa miniserie facendola svolgere in contemporanea alle due serie regolari di G.I. Joe e The Transformers era accattivante, il risultato purtroppo è dei peggiori, almeno sul versante dei Transformer, per via della sfilza di errori e di libere interpretazioni discutibili che costellano la storia.
Con la morte di Optimus Prime (G1 Marvel US n.24), a prendere il comando pro tempore sono Omega Supreme (costruito pochi mesi prima!) e Blaster (il "ribelle" della Resistenza Autobot su Cybertron): l'autore (e il supervisore assistente) non prendono anche solo lontanamente in considerazione Perceptor (comandante della Resistenza su Cybertron), Ratchet, Silverbolt e Hot Spot.
La Baronessa entra ed esce indisturbata dalla suddetta base Decepticon (complimenti per la sicurezza), e ha un'arma che con un colpo solo può stendere un Insecticon. E' Bombshell, che in questa miniserie sta raccattando una serie di figure di scoria sconcertanti, non ultimo il fatto che le sue cerebrocapsule possono essere usate per causargli l'epilessia: alla faccia del boomerang.
Inspiegabile il comportamento del dott. Mindbender, che si porta dietro Bombshell, ma poi lo abbandona come spazzatura, e riconosce istantaneamente l'oggetto microscopico su cui Mainframe sta lavorando, e per qualche motivo sa che quella cerebrocapsula può agire sui comandi della Centrale Alpha.
Imbarazzante quanto un politico populista nostrano dell'opposizione incapace di ammettere i propri fallimenti, Shockwave trascorre questa miniserie negando la realtà della propria disfatta oggettiva, inanellando invece una narrativa di fantasia che si conclude sempre con elenchi di immaginarie vittorie su Cybertron (pianeta già controllato dai Decepticon).
Non va meglio al resto degli umani. La madre di Anthony si rivela una perfetta cretina; l'ospedale ha dimesso Anthony dopo neanche 12 ore da un intervento chirurgico al cervello; la Baronessa ammazza la senatrice Barbara senza che nessuno la scopra, sparandole da dietro una finestra chiusa (o no?); il Generale Hawk si concede il lusso di passeggiare nei parchi, struggendosi per amore, mentre il mondo viene letteralmente messo a soqquadro dalla Centrale Alpha e gli altri pezzi grossi lo attendono con impazienza al Pentagono.
A massacrare del tutto una trama imbastita in maniera approssimativa, giungono anche i dialoghi: mediocri, ridondanti e improvvisati come quelli di una telenovela. E dire che questa miniserie vantava ben due supervisori.
L'unico segnale significativo di continuità (la ricostruzione di Bumblebee come Goldbug) diventa marginale, quando le storie G1 Marvel UK propongono una sviluppo alternativo: è Testa di Morte a distruggere Bumblebee, ed è Wreck-Gar a ricostruirlo. E' l'ultimo chiodo nella bara di quella che poteva essere un'avventura memorabile, e che prendeva piede da idee potenzialmente valide, ma sprecate da un dilettante inadeguato.
mercoledì 18 novembre 2020
G1 UK nn. 59-65: Buster contro Shockwave e Devastator + la profezia delle Squadre Speciali
Copertina del Titat Book |
Speciale UK "Seconda Generazione" |
martedì 17 novembre 2020
G1 US nn. 13-16: tornano i comandanti Decepticon, e arrivano i rinforzi Autobot!
Copertina UK n. 51 per US n. 13 |
Copertina UK n. 53 per US n. 14 |
Copertina UK n. 53 per US n. 15 |
La promozione di nuovi modellini si traduce nel subitaneo ingresso in scena di una sfornata di Autobot, che Budiansky giustifica come una necessità bellica, conseguenza della prima delle tante stragi di modellini vecchi che costellano la serie. La scusa tecnologica alla base della loro comparsa sarà ripresa nel 2020 da Simon Furman, che nella miniserie Transformers '84: Segreti e bugie (di cui vi abbiamo appena proposto il n. 1) mette in scena proprio le versioni cybertroniane dei guerrieri di riserva dell'Arca (Smokescreen, Skids, Grapple, Hoist, Tracks). Vale la pena di notare che in questo gruppo mancano Red Alert e Inferno; Red Alert compare nei fumetti Marvel ambientati nel presente solo in seguito a errori degli autori, ma avrà un suo momento di gloria nel futuro alternativo della saga G1 Marvel UK; Inferno, trascurato del tutto dalla produzione statunitense, è invece coinvolto nelle trame del versante britannico.
mercoledì 11 novembre 2020
Transformers '84 - Segreti & Bugie n. 1
Con una operazione retroattiva che mescola diversi eventi delle due testate Marvel dedicate ai Transformers (la testata madre USA e quella derivata britannica, per brevità identificata con la sigla UK), il buon Furman imbastisce un prologo alla serie Marvel a fumetti originale dal sapore volutamente vintage, andando a integrare le vicende del n. 1 Marvel US con un retroscena strategico-etico assai tipico del suo grande lavoro di caratterizzazione svolto sul vero Optimus Prime (che, non a caso, funge da prologo al classico "Buone, gelide feste!", come spiegato nelle Note). La grande e intelligente forza celebrativa dell’idea di Furman si rivela grazie a un concetto che si dispiega su più piani narrativi e metanarrativi, in una notevole coreografia dove tutti gli elementi storici del mito dei Transformer vengono coinvolti in un unicum armonioso e lineare. Furman riprende e reinterpreta gli eventi di una delle poche storie Marvel UK non scritte da lui, riconducendola nell’alveo della continuità con la scelta di dare spazio a personaggi secondari, che oltre a essere pescati dalle più recenti linee di giocattoli Hasbro, sostituiscono gli atipici cybertroniani senza nome creati per quel riempitivo chiamato "L'Uomo di Ferro" (si noti come l’uso di modellini appena prodotti citi quindi la fortissima funzione di veicolo pubblicitario dei fumetti Marvel, dove l’affidabilissimo sceneggiatore Bob Budiansky riusciva a gestire trame ad ampio respiro pur introducendo dozzine di personaggi nuovi ogni mese). In termini di primati va notato che "L'Uomo di Ferro" è anche l’unico fumetto della Marvel UK che sia mai stato ristampato dalla testata Marvel US. Anche il formato utilizzato, ovvero il racconto autoconclusivo, è ormai una rarità nella attuale produzione fumettistica statunitense.
I tocchi di classe di Furman, che lo scrivente ritiene essere lo scrittore che più si è addentrato con successo nella caratterizzazione dei personaggi, ci sono tutti: vedasi ad esempio la squadra Decepticon che si disinteressa delle attività degli umani, che per loro equivalgono a quello che per noi potrebbero essere degli animali, a sottolineare l'enorme divario esistente tra le due "specie". Divario sottolineato anche dalle tempistiche della missione di Punch/Counterpunch. Non deve stupire che dopo circa quattro milioni di anni continui ancora, imperterrito, a svolgere il compito assegnatogli: il ciclo vitale dei Transformer è infatti infinitamente più lungo rispetto al nostro.
Furman, a differenza di molti altri, trasmette l’essenza del carattere dei protagonisti grazie a poche battute, con dialoghi asciutti che vanno al punto senza perdersi in verbosi e interminabili orpelli.
I disegni di Guido Guidi, in ambito Transformers, sono semplicemente magistrali: e non ci si aspettava niente di meno da lui. La magnificenza con cui rappresenta l'Arca, la spensieratezza di Bumblebee, Optimus Prime che china il capo nascondendo i propri dubbi interiori… il tutto accompagnato dalle solite anatomie impeccabili. La cura dei particolari, il sapore squisitamente retrò della grafica dei protagonisti, e in generale l’occhio attentissimo a cogliere lo stile originale di Frank Springer e Don Perlin, per reinterpretarlo in chiave moderna e robustamente realistica, lo rendono il disegnatore perfetto per questo racconto.
John-Paul Bove colora con un marcato effetto vintage: se i colori primari risultano "pieni", per quelli secondari usa la tecnica "Ben Day dots", che si sposa alla perfezione con i disegni di Guidi, rendendo ancora più particolare questa storia. La scelta di richiamare alcuni stilemi dell'epoca, vedi i personaggi secondari colorati in maniera quasi monocromatica in alcune occasioni, non può che aumentare l'effetto di rivivere programmaticamente un’atmosfera d’epoca, in chi già seguiva la serie originale. Ironicamente possiamo aggiungere che, se Bove avesse voluto omaggiare le colorazioni di Nelson Yomtov in maniera ancor più netta, avrebbe dovuto sbagliare lo schema cromatico di alcuni personaggi: soprattutto nei primi numeri della collana, il colorista originale cadeva spesso nell'errore.
In definitiva un racconto che vale sicuramente la pena di leggere, nonostante operi una leggera retcon sui due Autobot giunti sulla Terra, e nonostante soffra di una pecca che già caratterizzava la mai dimenticata serie Animated: l'obiettivo è puntato principalmente sugli Autobot, con i Decepticon nettamente in secondo piano. Sarebbe bello avere un secondo racconto che inverta la prospettiva (e cioè Transformers '84, Segreti & Bugie n. 1).
- Questo racconto è stato prodotto per festeggiare i trentacinque anni del marchio Transformers.
- La storia dura 24 pagine, a differenza dei fumetti contemporanei, ormai assestati sulle 20 pagine.
- Alcune vignette richiamano fedelmente certe scene già viste in US n. 1. In particolare il secondo pannello di pagina 10 omaggia il quinto pannello di pagina 5; il secondo pannello di pagina 20 ricrea il quinto pannello di pagina 6; e il terzo pannello di pagina 20 cita il secondo pannello di pagina 8.
- Optimus Prime che chiede a Ultra Magnus di continuare la lotta in sua assenza è un riferimento allo stesso concetto che Furman usò nello scrivere la saga parallela G1 Marvel UK.
- Prime parla dell'Orsa Maggiore come se fosse una singola stella quando, in realtà, è una costellazione.
- Nel racconto viene usata la cosiddetta tecnica dell'Introdump, ovvero i personaggi si chiamano esplicitamente per nome nel giro di poche battute, presentandosi così al lettore. E’ la stessa tecnica che nella saga originale G1 Marvel US veniva sfruttata dagli sceneggiatori per assecondare la Hasbro e presentare interi blocchi di modellini in una singola tornata.
- Traachon, Punch/Counterpunch, Fastlane, Cloudraker e Battletrap sono apparsi solo nei racconti originali della Marvel UK.
- Wingspan e Flywheels, oltre che nei fumetti inglesi, sono apparsi brevissimamente e senza essere nominati nella miniserie US "The Headmasters".
- Appaiono i Micromaster Erector e Rumble al lavoro sull'Arca. Teoricamente si tratta di un errore di continuità in quanto i Micromaster non erano ancora stati creati al tempo in cui è ambientato il racconto, ma le loro dimensioni lasciano pensare che si tratti di Cybertroniani non ancora “ridimensionati” per questioni di risparmio energetico. Curiosamente, in Rigenerazione Uno n. 92, lo stesso gruppo di personaggi si dedica alla costruzione del Ponte Spaziale su Nebulos
- L'apparizione di Ultra Magnus non è esattamente congruente con la continuità addizionale della G1 Marvel UK: nella sua scheda apparsa su UK n. 81 viene detto che è stato costruito negli anni 1980 (ma, siccome non c'era la Matrice a disposizione per dargli la vita, si può pensare che Magnus sia stato "ricostruito", magari con le memorie compromesse).
- La parte del racconto ambientata durante il medioevo si svolge prima degli eventi narrati in "L'Uomo di Ferro".
- "L'Uomo di Ferro", scritto da Steve Parkhouse, è originariamente apparso su G1 Marvel UK nn. 9-12 ed è stato successivamente ristampato su US nn. 33-34. Si tratta dell'unico racconto inglese riproposto sulla collana americana.
- Dai dialoghi, i soldati di Canute sembrano cristiani mentre quelli di Godwin sembrano praticare l’antica religione norrena.
- L'incontro tra Optimus Prime e Punch/Counterpunch avviene nelle terre desolate [badlands], un luogo utilizzato da Furman in Regeneration One.
- Il conto alla rovescia che precede il lancio dell'Arca è espresso in breem, una classica unità di misura dei fumetti G1.
- Vengono citati alcuni manufatti che all'epoca della G1 non esistevano: il disco dorato e le camere di rigenerazione criogenica sono apparse per la prima volta in Beast Wars. Inoltre Bumblebee cita l'epoca dei titani in riferimento ad alcuni recenti giocattoli di grosse dimensioni.
- La navetta di Fastlane e Cloudraker si chiama Mantlo, in omaggio a Bill Mantlo che sceneggiò i primi due numeri della collana US. Nel fumetto originale veniva descritta di grosse dimensioni mentre, in questo albo, appare significativamente più piccola.
- Fastlane e Cloudraker, che quindi grazie a questo racconto vengono identificati come l'Assistente e il Navigatore de "L'Uomo di Ferro", non assomigliano affatto ai Transformer apparsi nel fumetto originale. Tuttavia, a causa delle ferite subite, Cloudraker perde parte delle placche metalliche esterne: quello che si vede sotto in effetti ricorda l'aspetto dei robot originali, quasi a suggerire che le attuali placche metalliche di colore rosso fossero una sorta di esoscheletro.
- Il racconto ci spiega un dettaglio poco chiaro all'epoca della pubblicazione di "L'Uomo di Ferro"m ovvero perché Prime avesse ordinato la distruzione della navetta Autobot in maniera così repentina: è disposto a tutto pur di evitare il possibile ritorno di Megatron su Cybertron; Navigatore è infatti a conoscenza della posizione del pianeta.
- Optimus Prime non poteva saperlo ma, anche rimuovendo Megatron da Cybertron, la guerra non sarebbe finita. Altri Decepticon avrebbero preso il suo posto come ad esempio abbiamo visto fare a Straxus in G1 US nn. 17-18.
- Fastlane, Cloudraker e Wingspan muoiono, ma i personaggi sono presenti anche nel recente “seguito” IDW della serie G1 Marvel, e cioè Regeneration One: considerando però che questi personaggi sono classificati come “cloni”, la questione delle loro morti sembra trascurabile in termine di continuità.
- E’ davvero così sconvolgente e inedita, la rivelazione del piano di Optimus vista in questo albo? Chi si ricorda l’episodio britannico "Buone, gelide feste!" (G1 Marvel UK n. 198), in cui il redivivo Optimus Prime fa i conti con le motivazioni e le scelte che lo hanno condotto con l’Arca fino allo schianto sulla Terra, si renderà conto che Simon Furman aveva già gettato i semi per questi sviluppi nel lontano 1988.
-Personaggi (in ordine di apparizione)-
Punch/Counterpunch, Windcharger, Ironhide, Reflector, Acid Storm, Astrotrain, Jazz, Prowl, Quickmix, Wheeljack, Erector, Perceptor, Crumble, Optimus Prime, Traachon, Megatron, Soundwave, Starscream, Canute, Fastlane, Cloudbreaker, Sunstreaker, Bumblebee, Mirage, Bluestreak, Ultra Magnus, Ravage, Shockwave, Hakon, Battletrap, Wingspan, Flywheels, Gears, Hound, Brawn, Buzzsaw, Laserbeak, Rumble, Huffer, Ratchet.
Fonte principale delle note: TfWiki
sabato 7 novembre 2020
G1 Marvel UK nn. 29-50 e Annual 1986 - Caccia ai Dinobot!
Copertina del volume Titan Book |
Nuova versione della copertina di G1 UK 47 |
Lo scontro sulla diga Sherman è, esplicitamente, un adattamento della battaglia raccontata nel primo episodio della serie animata G1 (More Than Meets The Eye), ma con l'assenza di Spike Witwicky (che non viene qui rimpiazzato dal suo equivalente Buster). Si tratta di un esperimento a cui la redazione Marvel UK non fa seguito, preferendo la strada della continuità prettamente fumettistica. Come i precedenti archi narrativi ("L'uomo di ferro", "Il nemico interiore", "I predatori dell'ultima Arca"), anche la battaglia sulla diga si colloca tra gli albi USA nn. 3-4, stiracchiandone il flusso narrativo con un certo sforzo. I redattori UK (lo stesso Furman?) pubblicano frequenti redazionali nella rivista proprio per fare il punto della continuità e spiegare la cronologia esatta delle storie dell'universo G1 UK.
"Crisi di comando!" n. 42 - n. 43 - n. 44
"La teoria di Icaro!" n. 45 - n. 46
"Caccia ai Dinobot!" n. 47 - n. 48 - n. 49 - n. 50
"Vittoria!" Annual UK 1986 (storia 5)